Molecola di Stanford: rivoluzione nella lotta contro il cancro

Grazie a un team di ricercatori della Stanford University prende forma una molecola capace di eliminare le cellule tumorali senza danneggiare quelle sane

Presso i laboratori della Stanford University, nel cuore della Silicon Valley, un gruppo di scienziati guidati dal professor James Chen studia una nuova molecola capace di cambiare il volto della ricerca oncologica. Questa molecola, sviluppata nel Dipartimento di Biologia Cellulare dell’ateneo californiano, non colpisce in modo generico il corpo umano come avviene con la chemioterapia o la radioterapia. Al contrario, agisce selettivamente sulle cellule tumorali, innescando al loro interno un meccanismo naturale chiamato apoptosi: una sorta di suicidio cellulare programmato dal corpo stesso per eliminare cellule danneggiate o anomale.

Una scoperta che parte dal cuore della Silicon Valley

Il team di ricerca sottolinea come la molecola identifichi con estrema precisione le cellule tumorali, risparmiando le cellule sane e riducendo gli effetti collaterali. Questo approccio rappresenta un potenziale salto di paradigma nel trattamento di diversi tipi di carcinoma, dalle neoplasie polmonari fino a quelle del colon e del seno. Il progetto, sostenuto anche dal centro Stanford Medicine, riceve il supporto di fondi pubblici e privati, tra cui la Cancer Research Institute e la American Cancer Society, due delle organizzazioni più attive negli Stati Uniti nella lotta contro il cancro.

Verso una nuova era della medicina di precisione

La sperimentazione avviene in parte nei laboratori dell’Anderson Cancer Center di Houston, dove i test preclinici mostrano risultati sorprendenti. Le cellule tumorali, esposte alla nuova molecola, iniziano a disintegrarsi entro poche ore. Secondo i ricercatori, il composto agisce attivando geni chiave responsabili dell’autodistruzione cellulare. Si tratta di geni silenziati nelle cellule cancerose, che la molecola riesce a riattivare senza coinvolgere il DNA delle cellule sane.

Le implicazioni sono enormi: questo approccio potrebbe consentire trattamenti personalizzati e meno invasivi. Trattamenti, peraltro, perfettamente integrabili con i protocolli della medicina di precisione. Il progetto ha avuto spazio anche durante l’ultima edizione del World Cancer Congress di Ginevra, dove ottiene l’attenzione di numerosi oncologi. L’innovazione trova già interesse da parte di aziende farmaceutiche, tra cui la Genentech e la Gilead Sciences, entrambe con sede in California e attive nello sviluppo di terapie mirate contro patologie complesse. Potrebbe essere riprodotta in serie e quindi contribuire a risolvere l’emergenza del cancro nei luoghi attualmente più sprovvisti di cure, come la Sardegna.

About Damiano Zoppi

Studente laureando in Beni Culturali e Spettacolo. Frequento assiduamente corsi di teatro e workshop. Mi occupo di cinema, specialmente di film con studio approfondito del personaggio, di teatro contemporaneo, di musica, e nel tempo libero realizzo doppiaggi e cover a livello amatoriale.

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