Rischi della TAC: i radiologi invitano alla corretta informazione
Di fronte al crescente dibattito pubblico sui rischi legati alla TAC, i radiologi italiani prendono posizione. “Nessun allarme, ma serve appropriatezza clinica nell’utilizzo dell’esame”, afferma il dott. Alessandro Magistrelli della SIRM (Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica), chiarendo che quando l’esame è clinicamente giustificato, i benefici superano di gran lunga i potenziali pericoli.
TAC e radiazioni: quanto è davvero rischiosa?
La Tomografia Assiale Computerizzata è una tecnologia avanzata, ma espone il paziente a una dose di radiazioni ionizzanti maggiore rispetto a una semplice radiografia. Tuttavia, Magistrelli sottolinea come negli ultimi anni la tecnologia TAC sia migliorata, riducendo notevolmente le dosi grazie a sistemi più efficienti e personalizzati.
L’uso improprio o non necessario, avvertono i radiologi, può aumentare i rischi per la salute, specialmente nei pazienti più giovani o sottoposti a controlli ripetuti. È qui che entra in gioco il concetto di appropriatezza clinica.
Appropriatezza prima di tutto: diagnosi più sicure e mirate
Per la SIRM, il messaggio è chiaro: ogni esame deve essere richiesto solo quando c’è una motivazione clinica valida. Evitare esami inutili riduce i rischi e migliora la qualità delle cure. La formazione dei medici, in questo contesto, è fondamentale per scegliere l’indagine più adatta tra TAC, ecografia o risonanza magnetica.
La TAC resta uno strumento salvavita, ma non va abusato
“Nessuno vuole demonizzare la TAC”, precisa Magistrelli. Anzi, in molti casi può salvare la vita grazie alla capacità di fornire immagini dettagliate in tempi rapidi. Tuttavia, è necessario un uso razionale e responsabile, guidato da linee guida aggiornate e valutazioni personalizzate sul singolo paziente.
Educazione sanitaria e comunicazione trasparente
Per ridurre paure e falsi miti, serve una comunicazione chiara con i cittadini. I radiologi chiedono di evitare allarmismi mediatici e puntare sull’educazione sanitaria, affinché pazienti e medici collaborino per un uso sicuro ed efficace della diagnostica per immagini.