Il 26 aprile al TSE di Cagliari nel cuore di Is Mirrionis arriva lo spettacolo tratto dall’omonima raccolta di racconti di Antonio Tabucchi. Una produzione Akròama per la Stagione 2024-2025 di Teatro Senza Quartiere in un intreccio affascinante di realtà sogno e memoria: “Piccoli equivoci senza importanza”
Il Teatro TSE di Cagliari si anima con l’universo di Antonio Tabucchi
Sarà sabato 26 aprile alle ore 20.30 che il Teatro TSE di Cagliari, in via Quintino Sella, ospiterà “Piccoli equivoci senza importanza”, spettacolo ideato, diretto e interpretato da Simeone Latini. L’appuntamento rientra nella Stagione 2024-2025 di Teatro Senza Quartiere.
Iniziativa organizzata da Teatro del Segno nell’ambito del progetto decennale Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro (2017-2026), sostenuto dalla Regione Sardegna e dalla Fondazione di Sardegna. La pièce, prodotta da Akròama, si ispira all’omonima raccolta di racconti di Antonio Tabucchi, autore della letteratura italiana ed europea.
Una serata unica per scoprire e viaggiare nell’immaginazione
Latini, oltre a curare regia, spazio scenico e costumi, condivide il palco con la luce intensa plasmata da Lele Dentoni e il supporto tecnico di Roberto Lamonica. Una serata perciò pensata per viaggiare tra realtà e immaginazione, in una cornice scenica fotografata da Andrea Fanni.
Riflessioni tra sogno e realtà sulle tracce di Antonio Tabucchi
In “Piccoli equivoci senza importanza” i personaggi si muovono quindi sul filo sottile che separa il vissuto dal sognato. Simeone Latini guida il pubblico attraverso incontri casuali, memorie ingannevoli e vendette tardive che evocano l’atmosfera onirica e malinconica dei racconti di Antonio Tabucchi.
Una guardia e un prigioniero si specchiano nella solitudine reciproca; un fratello e una sorella coltivano un legame tanto forte quanto ambiguo; antichi compagni di studi riflettono su caso e destino. La scenografia minimalista e le luci curate da Lele Dentoni
Piccoli mondi nascosti tra le pieghe dell’esistenza
Ogni racconto porta con sé perciò un frammento di umanità, un tassello di quell’affresco variegato che Antonio Tabucchi delinea con maestria nella sua scrittura. Nel dialogo tra una guardia e un prigioniero, o nello scambio tra sconosciuti sotto il segno di una statuetta di Shiva, emerge il desiderio di verità e redenzione.