Tra le colline di Arbus e Guspini si estende il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, uno dei più grandi in Europa. Un luogo silenzioso ma potente che racconta oltre 8.000 anni di attività estrattiva, fatica operaia e innovazione tecnica. Un tesoro riconosciuto anche dall’UNESCO.
Tra le colline sarde, la miniera del tempo
Tra le morbide colline che separano Arbus da Guspini, nel sud-ovest della Sardegna, si nasconde uno dei luoghi più affascinanti dell’archeologia industriale europea. Il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna non è solo un sito minerario abbandonato. È un museo a cielo aperto che racchiude oltre 8.000 anni di attività estrattiva. Le miniere di Montevecchio e Ingurtosu, un tempo motori economici della regione, oggi testimoniano un passato fatto di lavoro duro, ingegno e sacrifici. I visitatori che arrivano fin qui restano sorpresi dalla maestosità delle strutture e dalla loro perfetta integrazione con il paesaggio. I vecchi pozzi, le laverie, le gallerie e gli edifici industriali raccontano storie di operai e famiglie intere che hanno vissuto al ritmo del minerale. Il sito è parte integrante del Parco Geominerario, riconosciuto ufficialmente come primo Parco Geominerario del mondo sotto l’egida dell’UNESCO.
Montevecchio e Ingurtosu: archeologia industriale nel cuore della Sardegna
Montevecchio e Ingurtosu, nuclei centrali del Parco Geominerario, conservano ancora intatte le tracce della grande stagione mineraria vissuta tra XIX e XX secolo. Questi siti non sono solo complessi tecnici, ma veri e propri villaggi minerari completi di scuole, ospedali, chiese e palazzi dirigenziali. A Montevecchio, per esempio, è possibile visitare la Palazzina della Direzione, splendido edificio in stile liberty, e il Pozzo Sant’Antonio, perfettamente restaurato. Ingurtosu, invece, è celebre per la monumentale Laveria Brassey, uno degli impianti di lavaggio minerario più scenografici d’Europa. Entrambi i siti sono visitabili grazie ai percorsi promossi dal Comune di Guspini e dal Comune di Arbus, che lavorano insieme per valorizzare il turismo culturale nella zona. “Questo patrimonio è il simbolo della memoria collettiva della Sardegna mineraria”, affermano le guide locali. Le visite guidate e i laboratori didattici attraggono ogni anno scolaresche, appassionati di storia e fotografi da tutta Italia.
Un’eredità che parla di terra, fatica e orgoglio
Il Parco Geominerario della Sardegna è molto più di un luogo da visitare: è un archivio vivo della memoria collettiva, ancora oggi profondamente radicato nel territorio. Ogni struttura, ogni oggetto, ogni documento racconta la vita dei minatori sardi, le loro lotte, le loro speranze. A Montevecchio, il rumore del vento tra le strutture abbandonate sembra portare con sé le voci di uomini e donne che qui hanno vissuto. La fatica quotidiana, l’ingegno nelle tecnologie di estrazione, la capacità di costruire comunità solide intorno alla miniera emergono chiaramente nel percorso espositivo. L’area è anche sede di eventi culturali e festival, organizzati in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna. In estate, i cortili e i capannoni si animano con concerti, mostre e spettacoli, rendendo questo luogo ancora più vivo. Lontano dalle rotte turistiche più note, il parco geominerario regala un’esperienza autentica, densa di significato e bellezza, da vivere con rispetto e stupore.