Il convegno “Mi amo ancora” si è concentrato sulle disfunzioni sessuali nei pazienti oncologici. Oltre il 50% dei malati di tumore al seno è colpito da difficoltà sessuali durante il trattamento. Gli oncologi insistono sulla necessità di superare i tabù per migliorare la qualità della vita.
Il trattamento oncologico per il tumore al seno porta a cambiamenti fisici e psicologici che influenzano anche la sessualità dei pazienti. Molti studi confermano che oltre il 50% delle persone che combattono contro il cancro sviluppano disfunzioni sessuali a causa dei trattamenti. Nonostante questo, il tema viene spesso trascurato. Il convegno “Mi amo ancora, la sessualità nell’era dell’innovazione terapeutica del tumore della mammella” ha avuto lo scopo di sensibilizzare pazienti e medici su questi aspetti e promuovere un dialogo aperto. Il focus è stato sulla qualità della vita, che non riguarda solo la sopravvivenza fisica, ma anche quella emotiva e sessuale.
Disfunzioni sessuali: un effetto collaterale poco discusso
Le disfunzioni sessuali sono un effetto collaterale noto delle terapie oncologiche. Tuttavia, pochi pazienti ne parlano apertamente, spesso per paura di essere giudicati o perché i medici evitano di trattare l’argomento. Le donne che affrontano il tumore al seno e le sue cure si trovano a dover fare i conti con cambiamenti significativi nel proprio corpo, che influenzano la loro autopercezione e la vita sessuale. Le terapie come la chemioterapia o la radioterapia causano effetti come la riduzione del desiderio sessuale, la secchezza vaginale e la difficoltà ad avere orgasmi. Per questo motivo, i pazienti devono sentirsi liberi di chiedere aiuto senza vergogna.
Il convegno ha visto la partecipazione di esperti che hanno sottolineato quanto sia essenziale affrontare il tema delle disfunzioni sessuali. Per gli oncologi, la qualità della vita è altrettanto importante quanto la sopravvivenza. La sessualità è una parte fondamentale del benessere emotivo e fisico delle pazienti. Durante l’incontro, sono stati discussi anche gli approcci terapeutici per aiutare le pazienti a superare questi ostacoli. I trattamenti vanno oltre il semplice controllo della malattia. Devono includere anche un sostegno psicologico per affrontare la sessualità.
Superare il silenzio: il ruolo dei medici e delle pazienti
Durante il convegno, Francesca Motzo, una delle relatrici, ha enfatizzato l’importanza di rompere il silenzio che circonda la sessualità nelle pazienti oncologiche. Medici e pazienti devono collaborare per affrontare il tema senza giudizio. La comunicazione aperta potrebbe portare a miglioramenti significativi nella qualità della vita dei pazienti. Gli esperti hanno proposto che la cura del tumore al seno non debba limitarsi alla malattia, ma includere anche il supporto sessuologico. Aiutare le pazienti a riappropriarsi della propria sessualità è un passo fondamentale nel percorso di cura. Il supporto psicologico e sessuologico deve essere integrato nei trattamenti.
Le disfunzioni sessuali non devono essere un tema tabù. Psicologi, sessuologi e oncologi devono lavorare insieme per offrire un supporto completo alle pazienti. Durante il convegno, si è parlato anche della necessità di una formazione specifica per i medici, affinché siano preparati a trattare questi argomenti in modo sensibile e competente. È fondamentale che le pazienti possano contare su professionisti pronti a parlare di questi temi e a offrire soluzioni terapeutiche personalizzate.