Satkhira negli scatti di Giovanni Coda

La mostra fotografica “The Bangladesh Benefit Exhibition”, ospitata a Quartu Sant’Elena, dà voce ai volti invisibili del distretto di Satkhira. Il lavoro di Giovanni Coda racconta con forza la dignità di chi vive tra povertà, discriminazioni e disastri ambientali.

Nella città di Quartu Sant’Elena, la mostra fotografica “The Bangladesh Benefit Exhibition” portava al centro dell’attenzione le condizioni di vita nel distretto di Satkhira, nel Bangladesh. Il progetto fotografico nasceva dall’impegno civile di Giovanni Coda, regista e artista visivo conosciuto per il suo sguardo attento sui temi sociali. Le immagini offrivano uno sguardo intimo sulla quotidianità di una comunità dimenticata. Donne, bambini e uomini venivano raccontati nella loro forza, ma anche nella loro fragilità.

Il distretto di Satkhira si trovava tra le zone più vulnerabili al cambiamento climatico. Le fotografie mettevano in luce la complessità di vivere tra alluvioni, povertà estrema e discriminazioni. L’obiettivo dell’artista non si fermava alla denuncia. Attraverso una narrazione visiva delicata ma intensa, Coda cercava di restituire visibilità e rispetto alle storie che documentava. La mostra si realizzava con il supporto di Justice for Women e della rete Vegan Art, due realtà che operavano a livello internazionale per la difesa dei diritti umani. Per approfondire il lavoro dell’autore si potevano visitare il sito ufficiale di Giovanni Coda e la pagina di Justice for Women.

Un percorso di immagini tra Sardegna e Bangladesh

L’allestimento prendeva vita all’interno dell’ex Convento dei Cappuccini. Ogni scatto raccontava una singola storia. Il pubblico poteva osservare le immagini in silenzio e riflettere sulla loro intensità. Giovanni Coda si muoveva con rispetto nelle comunità di Satkhira. Fotografava con attenzione, senza cercare immagini sensazionalistiche. I suoi ritratti parlavano di umanità, resistenza e quotidianità.

L’iniziativa si proponeva anche come strumento di raccolta fondi. I proventi della mostra sarebbero serviti a finanziare progetti di alfabetizzazione e formazione femminile. Il pubblico sardo accoglieva l’evento con grande partecipazione. La mostra diventava così un ponte tra due realtà geografiche diverse, ma unite da valori comuni. Approfondimenti erano disponibili anche sul sito del Comune di Quartu e sulla pagina ufficiale del Vegan Art Movement.

About Francesco Sailis

Appassionato di musica e di produzione musicale. Rider Glovo e amante del cinema.

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