Italiani e l’acqua del rubinetto uno su tre non si fida

Secondo un’indagine ISTAT, molti cittadini italiani preferiscono l’acqua in bottiglia. La diffidenza verso l’acqua del rubinetto varia da regione a regione e dipende da fattori come qualità percepita, infrastrutture e abitudini culturali.

Secondo l’ISTAT, un cittadino su tre in Italia non si fida a bere acqua dal rubinetto. Questo dato emerge da un’analisi sulla qualità dell’acqua e sulle abitudini di consumo degli italiani. La percezione dell’acqua varia molto a seconda della zona geografica. In regioni come la Sicilia e la Calabria, il numero di persone che preferisce l’acqua in bottiglia è più alto rispetto al Trentino-Alto Adige o alla Lombardia. Secondo il rapporto, la causa principale di questa sfiducia è la qualità dell’acqua percepita, influenzata dal sapore, dall’odore e da eventuali problemi infrastrutturali. Anche la presenza di contaminanti in alcune aree ha contribuito a diffondere il timore tra i cittadini. I controlli dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) confermano che l’acqua potabile in Italia è generalmente sicura, ma esistono alcune zone critiche. Maggiori informazioni sui controlli della qualità dell’acqua sono disponibili sul sito dell’ISTAT e dell’ARPA.

Qualità dell’acqua e abitudini degli italiani

La qualità dell’acqua potabile in Italia è regolata da normative europee e nazionali, ma molti cittadini continuano a scegliere l’acqua in bottiglia. Nelle grandi città come Roma, Milano e Napoli, il consumo di acqua del rubinetto è più diffuso grazie ai controlli costanti degli acquedotti locali. Tuttavia, in altre zone, come la Puglia o la Sardegna, i cittadini segnalano spesso problemi legati alla presenza di calcare o a un sapore poco gradevole. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, l’acqua del rubinetto è generalmente sicura da bere, ma in alcune aree sono consigliati filtri per migliorare il gusto e ridurre la presenza di impurità. Sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità è possibile trovare informazioni dettagliate sui parametri di qualità dell’acqua. Le abitudini culturali giocano un ruolo importante: molte famiglie preferiscono acquistare acqua in bottiglia per una questione di tradizione, nonostante i costi maggiori e l’impatto ambientale.

Problemi infrastrutturali e percezione della sicurezza

Uno dei motivi principali per cui gli italiani diffidano dell’acqua del rubinetto è lo stato delle infrastrutture idriche. In alcune città, come Palermo e Bari, le reti idriche sono obsolete e soggette a perdite. Questo può influenzare la qualità dell’acqua, aumentando il rischio di contaminazioni. L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) monitora la situazione e segnala le criticità, ma i miglioramenti strutturali richiedono investimenti a lungo termine. Nei comuni più piccoli, soprattutto nel Mezzogiorno, le segnalazioni di problemi legati alla torbidità dell’acqua o alla presenza di residui aumentano la diffidenza tra i cittadini. Tuttavia, nelle regioni del Nord, come il Veneto e il Piemonte, le infrastrutture sono più moderne e l’acqua del rubinetto è spesso preferita a quella in bottiglia. Maggiori dettagli sulle infrastrutture idriche sono disponibili sul sito dell’ARERA.

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