Le aree interne della Sardegna, pur affrontando sfide come spopolamento e invecchiamento demografico, custodiscono un patrimonio culturale di straordinario valore.
Secondo la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), il 48,3% dei Comuni italiani si trova in territori con difficoltà nell’accesso a servizi essenziali come sanità, istruzione e mobilità. In queste aree risiedono circa 13 milioni di persone, molte delle quali nelle regioni del Mezzogiorno, inclusa la Sardegna.
Nonostante le difficoltà, le aree interne sarde si distinguono per la ricchezza e la varietà dell’offerta culturale. Dei 178 luoghi culturali censiti dall’ISTAT nel 2022 nelle aree interne della Sardegna, il 60% sono musei e gallerie d’arte, il 27% siti archeologici e il 13% monumenti o complessi monumentali. Inoltre, la Sardegna vanta 61 aree archeologiche, rappresentando il 23,2% del totale nazionale, con il 78,7% di esse situate nelle aree interne.
Differenza dell’offerta tra le diverse regioni
La densità dell’offerta culturale varia tra le diverse regioni italiane; nel 2022, la Sardegna ha registrato 5,1 strutture culturali ogni 10.000 abitanti, posizionandosi al sesto posto dopo Valle d’Aosta, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Toscana ed Emilia-Romagna.
Per valorizzare ulteriormente questo patrimonio, la Regione Sardegna ha avviato la Programmazione Territoriale 2021-2027, destinando oltre 400 milioni di euro, di cui il 61% per interventi di valorizzazione ambientale e culturale. Nel settembre e ottobre 2024, si sono svolti incontri con 133 comuni sardi per ottimizzare i progetti di sviluppo locale e garantire un’efficace attuazione della strategia.
Sfide ed equilibrio nel territorio sardo
Le aree interne della Sardegna rappresentano quindi un equilibrio tra sfide demografiche e opportunità culturali, offrendo un patrimonio ricco da scoprire e valorizzare.