Allarme giovani e alcol: uno su due si mette alla guida dopo aver bevuto
Un nuovo studio condotto dalla Polizia Locale e dall’Università di Sassari svela dati preoccupanti sull’abuso di alcol tra i giovani e la guida pericolosa
Uno studio congiunto condotto dalla Polizia Locale e dall’Università di Sassari ha rivelato dati allarmanti: la metà dei giovani intervistati ammette di aver guidato dopo aver bevuto. Il report, presentato nei giorni scorsi presso l’Ateneo turritano, è frutto di una ricerca su base statistica che ha coinvolto studenti e studentesse tra i 18 e i 25 anni, residenti nel territorio urbano di Sassari. Il dato più sconvolgente riguarda la normalizzazione del consumo di alcol prima di mettersi al volante, in particolare durante i fine settimana o dopo feste e serate nei locali. Secondo Antonio Pinna, docente di Sociologia presso l’Università di Sassari, «la percezione del rischio è molto bassa, nonostante le campagne di prevenzione e i controlli delle forze dell’ordine». Il fenomeno non è isolato, ma si inserisce in un contesto sociale e culturale dove il consumo di bevande alcoliche è spesso legato al divertimento e alla socialità.
Educare e informare: le sfide delle istituzioni
Oltre ai dati emersi, il report si sofferma anche sulle strategie da mettere in campo per arginare il fenomeno. Il Comandante della Polizia Locale di Sassari, Carla Demontis, sottolinea come sia necessario un lavoro sinergico tra scuole, famiglie e istituzioni. «I giovani non vanno criminalizzati, ma ascoltati e guidati», ha affermato Demontis. Tra le proposte presentate, si parla di implementare i controlli nei pressi dei locali notturni, ma anche di avviare percorsi di sensibilizzazione all’interno degli istituti scolastici. Fondamentale, inoltre, il ruolo delle università, che possono farsi promotrici di progetti educativi a lungo termine. La città di Sassari, come molte altre realtà italiane, si trova a fronteggiare un’emergenza culturale prima ancora che legale. A testimoniarlo sono anche i dati del Pronto soccorso del Santissima Annunziata, dove negli ultimi mesi sono aumentati gli accessi legati ad abusi di alcol nei fine settimana.
I dati come strumento di consapevolezza
Uno degli obiettivi principali dello studio è trasformare i numeri in consapevolezza. Le istituzioni accademiche, grazie a collaborazioni con enti pubblici come la Polizia Locale, possono contribuire a elaborare strategie efficaci per ridurre il fenomeno. Il report ha anche confrontato i dati locali con quelli di altre città italiane simili per dimensioni e densità giovanile, come Oristano, Nuoro e Cagliari, riscontrando trend analoghi. L’informazione, dunque, diventa la prima arma contro comportamenti pericolosi e irresponsabili. Secondo gli esperti, serve una nuova narrazione della guida sicura, capace di parlare il linguaggio dei giovani e di entrare nei contesti che vivono quotidianamente. La ricerca è solo l’inizio di un lavoro più ampio, che chiama in causa anche il mondo dell’associazionismo giovanile, della musica, dello sport e della cultura per costruire una coscienza collettiva.