Sardegna: il tasso di occupazione femminile tra i più bassi d’Italia
Nonostante un divario di genere meno marcato, l’Isola fatica a raggiungere la media nazionale. Secondo i dati Istat, la Sardegna registra uno dei tassi di occupazione femminile più bassi d’Italia. Nonostante il divario di genere sia meno marcato rispetto ad altre regioni, la situazione rimane critica. Nel 2024, solo il 48% delle donne sarde in età lavorativa ha un’occupazione, contro una media nazionale del 53%. Questo dato colloca l’Isola tra le ultime posizioni della classifica, superando solo regioni come Calabria e Campania. Le cause? Scarsa offerta di lavoro, carenza di servizi per l’infanzia e una cultura ancora legata a ruoli tradizionali.
Divario di genere: una questione complessa
Nonostante il divario di genere in Sardegna sia inferiore rispetto ad altre regioni, la situazione non è rosea. Se gli uomini hanno un tasso di occupazione del 62%, le donne si fermano al 48%. Questo gap, pur essendo meno ampio che in altre aree del Paese, riflette problemi strutturali. La mancanza di servizi per l’infanzia, ad esempio, limita l’accesso delle donne al mercato del lavoro. Inoltre, molti contratti femminili sono part-time o precari, spesso per conciliare lavoro e famiglia. La cultura tradizionale gioca un ruolo chiave, con molte donne ancora relegate a ruoli domestici.
Le cause del basso tasso di occupazione femminile
Tra le cause del basso tasso di occupazione femminile in Sardegna, spicca la scarsa offerta di lavoro, soprattutto nei settori più dinamici. Le donne sarde sono spesso impiegate in ambiti come il turismo e l’agricoltura, caratterizzati da stagionalità e bassi salari. Inoltre, la carenza di asili nido e servizi di supporto alle famiglie rende difficile conciliare lavoro e maternità. Anche la formazione gioca un ruolo: molte donne non hanno accesso a percorsi professionalizzanti, limitando le opportunità di carriera. Infine, la cultura locale spesso scoraggia l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro.
Possibili soluzioni per migliorare la situazione
Per invertire la tendenza, servono politiche mirate. Investire in servizi per l’infanzia e formazione professionale potrebbe favorire l’occupazione femminile. Inoltre, promuovere l’imprenditoria femminile e sostenere i settori ad alto potenziale, come il digitale e i servizi avanzati, potrebbe creare nuove opportunità. Le istituzioni locali e nazionali devono collaborare per superare gli stereotipi di genere e garantire pari opportunità. Solo così la Sardegna potrà ridurre il divario e avvicinarsi alla media nazionale.