Inflazione in calo nell’Unione europea: i dati di febbraio 2025
L’inflazione nell’Unione europea continua a mostrare segnali di rallentamento, secondo la stima preliminare pubblicata da Eurostat per il mese di febbraio 2025. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo nell’area dell’euro ha registrato un valore del 2,4%, in calo rispetto al 2,5% di gennaio 2025. Questo dato rappresenta una lieve flessione, ma evidenzia come il processo di stabilizzazione dei prezzi sia ancora in corso, con differenze significative tra le varie componenti dell’economia.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo scende al 2,4% secondo Eurostat, mentre i servizi restano il settore più colpito
Tra i settori maggiormente influenzati dall’inflazione, i servizi rimangono la categoria con il tasso più elevato, seppur in calo. A febbraio 2025, il valore si attesta al 3,7%, mentre a gennaio 2025 era pari al 3,9%. Anche i beni di consumo come cibo, alcol e tabacco mostrano un’accelerazione dell’inflazione, passando dal 2,3% di gennaio al 2,7% di febbraio. Diversamente, i beni industriali non energetici registrano un lieve aumento, con un tasso che cresce dallo 0,5% allo 0,6%. Il settore dell’energia, invece, mostra il calo più marcato, passando dall’1,9% di gennaio allo 0,2% di febbraio.
Le dinamiche settoriali e l’impatto sui consumatori
Il settore dei servizi continua a guidare l’inflazione, con aumenti significativi nel costo di beni e attività legati al tempo libero, ai trasporti e all’ospitalità. La spesa per ristoranti, hotel e trasporti pubblici rimane tra le più influenzate dalla crescita dei prezzi, benché il rallentamento del tasso di inflazione possa rappresentare un segnale positivo per il potere d’acquisto delle famiglie europee.
L’incremento dell’inflazione per cibo, alcol e tabacco è un altro fattore che pesa sul bilancio dei consumatori. Questo aumento potrebbe essere attribuito a dinamiche stagionali e a variazioni nei costi delle materie prime, oltre che a politiche fiscali applicate nei vari Paesi Ue. D’altro canto, il lieve miglioramento nel settore dei beni industriali non energetici potrebbe favorire una maggiore stabilità dei prezzi per prodotti di largo consumo come abbigliamento, elettronica e arredamento.
L’energia rallenta, ma il quadro economico resta complesso
Uno degli aspetti più rilevanti del rapporto di Eurostat riguarda il forte calo dell’inflazione nel settore energetico. Dopo aver toccato l’1,9% a gennaio 2025, il tasso è sceso drasticamente allo 0,2% nel mese successivo. Questo declino riflette un miglioramento della situazione nei mercati globali dell’energia, con una maggiore stabilità nei prezzi di petrolio e gas naturale.
Sebbene la riduzione dell’inflazione energetica possa portare a un alleggerimento delle bollette per aziende e consumatori, il quadro generale resta complesso. La Banca centrale europea monitora attentamente questi dati per valutare eventuali interventi sulla politica monetaria, mentre i governi dell’Unione europea lavorano a misure per sostenere il potere d’acquisto e contenere eventuali effetti collaterali sui mercati finanziari.