L’Enciclopedia Treccani compie cento anni
Il 18 febbraio 1925, l’Istituto Giovanni Treccani fu fondato a Roma per creare l’Enciclopedia Italiana di scienze, lettere e arti, nota come la Treccani. La fondazione fu possibile grazie all’imprenditore tessile e mecenate Giovanni Treccani (1877-1961), che si entusiasmò per il progetto. Nel 1921, l’Istituto per la Propaganda della Cultura Italiana, poi Fondazione Leonardo per la Cultura Italiana, aveva tentato di pubblicare una grande enciclopedia, ma senza successo. Per questo motivo, Treccani venne coinvolto, e nel 1924 l’Istituto omonimo venne creato per coordinare i lavori.
Il filosofo Giovanni Gentile, primo direttore scientifico, e altre personalità di spicco contribuirono all’opera, tra cui il Maresciallo d’Italia Luigi Cadorna, l’ammiraglio Paolo Thaon de Revel, gli storiografi Gaetano De Sanctis e Francesco Salata, gli economisti Luigi Einaudi e Angelo Sraffa, il pittore Vittorio Grassi, il medico Ettore Marchiafava, il giurista Silvio Longhi, il giornalista Ugo Ojetti e il presidente del Senato Tommaso Tittoni. La redazione era guidata dal filosofo Antonino Pagliaro.
Durante il regime fascista, l’Enciclopedia riuscì a coinvolgere oltre 3.200 intellettuali italiani, indipendentemente dal loro orientamento politico. Le ingerenze del regime furono limitate, sebbene la voce “Fascismo” sia stata influenzata da Benito Mussolini o dallo stesso Gentile.
Occorsero tre anni per coordinare le 48 sezioni di studio e le oltre sessantamila voci della prima edizione, il cui primo volume apparve nel 1929 e l’ultimo nel 1937.
La Treccani divenne uno dei prodotti editoriali più importanti del XX secolo, accessibile nelle biblioteche per studenti e ricercatori
Nel secondo dopoguerra, la pubblicazione delle appendici continuò, con l’introduzione dell’acquisto rateale nel boom economico. Alla fine del primo decennio del XXI secolo, la Treccani si aggiornò con la tecnologia del DVD e la consultazione online grazie al sito internet. Nel 2014, superò i cento milioni di accessi annui. Da cento anni, la conoscenza umana vive nella lingua di Dante, evolvendosi dalle pagine cartacee agli schermi digitali.