Ormoni e neurotrasmettitori influenzano emozioni e legami affettivi secondo le ricerche delle Università di Harvard e Oxford
L’amore è spesso descritto come un’emozione profonda e irrazionale, ma secondo diversi studi scientifici, alla base dei sentimenti ci sarebbero processi chimici e biologici. Ricercatori delle Università di Harvard e Oxford hanno analizzato il ruolo di ormoni e neurotrasmettitori, evidenziando come attrazione e legami affettivi siano regolati da reazioni precise all’interno del cervello.
Secondo gli esperti, l’ossitocina, conosciuta come “ormone dell’amore”, gioca un ruolo centrale nella costruzione di relazioni stabili. Questo neurotrasmettitore viene rilasciato durante l’intimità fisica, rafforzando il legame tra due persone. Anche la dopamina, associata al piacere e alla gratificazione, influisce sull’attrazione e sul desiderio romantico, creando una sensazione di euforia simile a quella provocata da alcune sostanze stimolanti.
Il cervello e le dinamiche dell’attrazione
Gli scienziati hanno identificato nel sistema limbico, la regione del cervello coinvolta nelle emozioni, il centro nevralgico dell’innamoramento. Quando una persona prova attrazione, il cervello attiva un circuito complesso che coinvolge la corteccia prefrontale, l’amigdala e l’ipotalamo. Questo processo stimola il rilascio di serotonina, una sostanza che regola l’umore e favorisce il senso di benessere.
Il professore Richard Stevenson, neuroscienziato dell’Università di Harvard, sottolinea come l’attività cerebrale durante l’innamoramento sia simile a quella osservata nelle persone che sviluppano una dipendenza. “Il nostro cervello reagisce all’amore in modo molto simile all’uso di sostanze stimolanti, creando un forte bisogno dell’altro e una ricerca continua di interazione”, spiega lo studioso.
La chimica dell’amore e le relazioni a lungo termine
Mentre l’attrazione iniziale è governata da un’intensa attivazione del sistema della dopamina, le relazioni durature si basano su una combinazione di ossitocina e vasopressina. Questi ormoni favoriscono il senso di attaccamento e fedeltà, essenziali per il mantenimento di una coppia stabile.
Secondo una ricerca condotta dall’Università di Oxford, le persone con livelli più alti di ossitocina tendono a sviluppare relazioni più solide e durature. Il professore Daniel Watson, esperto di psicobiologia, sottolinea come questo ormone venga rilasciato non solo attraverso il contatto fisico, ma anche attraverso gesti di affetto, dialoghi profondi e momenti di condivisione.