I colori dell’eternità: alla scoperta delle Domus de Janas

Un viaggio nel cuore della Sardegna prenuragica attraverso le antiche tombe scavate nella roccia

Nel cuore della Sardegna, le Domus de Janas rappresentavano un affascinante patrimonio archeologico che testimoniava le antiche civiltà prenuragiche dell’isola. Queste strutture funerarie, il cui nome significava “case delle fate”, venivano realizzate tra il Neolitico Recente e l’Età del Bronzo Antico (circa 4000-2000 a.C.). Sparse in tutto il territorio sardo, ad eccezione della Gallura, le Domus de Janas si trovavano sia isolate che in complessi di oltre quaranta tombe. Scavate nella roccia, spesso in costoni calcarei o trachitici, queste tombe presentavano una varietà di forme e dimensioni, riflettendo le credenze e le pratiche funerarie delle comunità dell’epoca.

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Architettura e simbolismo delle Domus de Janas

Le Domus de Janas non erano semplici luoghi di sepoltura, ma autentiche opere d’arte scolpite nella pietra. Le pareti interne spesso venivano decorate con incisioni e pitture rappresentanti simboli religiosi e scene di vita quotidiana. Tra i motivi ricorrenti, spiccavano spirali, zigzag e figure antropomorfe, simboli legati al culto dei morti e alla rigenerazione. Alcune tombe presentavano dettagli architettonici come pilastri, architravi e false porte, elementi che richiamavano le abitazioni dei vivi, suggerendo una continuità tra la vita terrena e l’aldilà. La cura e l’attenzione dedicate alla realizzazione di queste strutture indicavano l’importanza del culto dei morti nelle società prenuragiche sarde.

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Le Domus de Janas più significative della Sardegna

Tra le numerose Domus de Janas presenti in Sardegna, alcune si distinguevano per particolarità architettoniche e stato di conservazione. La Domus de Janas di Sedini, conosciuta come “La Rocca”, rappresentava una delle più imponenti, scavata in un masso calcareo nel cuore del paese. La sua origine risaliva al IV-III millennio a.C., e nel corso dei secoli aveva assunto diverse funzioni, da luogo di culto a abitazione civile.

it.wikipedia.org Un altro esempio rilevante era la necropoli di Su Crucifissu Mannu, situata nei pressi di Porto Torres. Questo sito comprendeva almeno ventidue tombe scavate in un banco di roccia calcarea, utilizzate dal Neolitico Recente fino all’Eneolitico Iniziale. Le tombe presentavano diverse camere funerarie, alcune delle quali decorate con motivi scolpiti nella roccia.

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Il legame tra mito e realtà

Le Domus de Janas erano avvolte da un’aura di mistero e leggenda. Secondo la tradizione popolare, queste tombe erano le dimore delle “janas”, piccole creature femminili simili a fate o streghe. Si credeva che le janas trascorressero le giornate a tessere fili d’oro con telai magici, donando talvolta i loro manufatti come amuleti di protezione o fortuna a chi ne aveva bisogno.

it.wikipedia.org Questa fusione tra mito e realtà contribuiva a rendere le Domus de Janas non solo testimonianze archeologiche, ma anche elementi fondamentali del patrimonio culturale e immaginario collettivo sardo.

La conservazione e la valorizzazione delle Domus de Janas

Oggi, numerose Domus de Janas erano accessibili al pubblico e rappresentavano tappe fondamentali per chi desiderava immergersi nella storia millenaria della Sardegna. La loro conservazione e valorizzazione risultavano essenziali per preservare la memoria delle antiche civiltà che avevano popolato l’isola. Iniziative promosse da enti locali, associazioni culturali e istituzioni accademiche miravano a studiare, proteggere e promuovere questi siti, affinché le future generazioni potessero continuare a conoscere e apprezzare questo inestimabile patrimonio. La collaborazione tra comunità locali e studiosi contribuiva a mantenere vive le tradizioni e le leggende legate alle Domus de Janas, rafforzando l’identità culturale della regione.

About Francesco Luesu

Musicista, filosofo pensatore e non pensatore.

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