Il progetto Annotu torna con una nuova campagna di testimonianze che esplora la lingua e la genitorialità attraverso otto interviste in tabarkino e sassarese, raccogliendo voci che raccontano il legame tra tradizione linguistica e famiglia.
Il progetto Annotu: un’iniziativa per la conservazione delle lingue locali
Il Progetto Annotu raccoglie e preserva le lingue locali. Dopo il successo della prima campagna, il progetto torna con una seconda serie di interviste. Questa volta si concentra sul tabarkino e il sassarese, varianti linguistiche parlati nelle aree costiere della Sardegna. Le lingue locali, fondamentali per la cultura regionale, sono minacciate dal prevalere dell’italiano. Il progetto ha lo scopo di conservare queste lingue, trasmettendole alle nuove generazioni.
Le interviste raccolte esplorano la vita quotidiana di chi parla ancora queste lingue nelle proprie case. Parenti e nonni continuano a trasmettere la tradizione linguistica ai più giovani. Queste testimonianze sono uno strumento importante per evitare che il patrimonio linguistico sardo vada perduto.
Lingua e genitorialità: un legame profondo e necessario
Il Progetto Annotu non si limita alla semplice raccolta di testimonianze linguistiche. Si concentra anche sul legame tra lingua e genitorialità. Trasmettere una lingua minoritaria ai figli non è solo un atto comunicativo. È un modo per preservare l’identità culturale e storica. In Sardegna, parlare tabarkino o sassarese è un segno di appartenenza alla terra e alle sue tradizioni.
I partecipanti al progetto raccontano spesso come abbiano scelto di insegnare queste lingue ai propri figli. Per alcuni è un atto di resistenza culturale. Per altri, è un semplice atto d’amore per la lingua e la sua bellezza. Molti genitori sono convinti che insegnare la lingua ai figli li aiuti a mantenere un forte legame con le radici culturali.
Le difficoltà nel trasmettere la lingua alle nuove generazioni
Le testimonianze raccolte nel Progetto Annotu rivelano anche le difficoltà che le famiglie affrontano nel trasmettere le lingue locali. Molti genitori raccontano che, nonostante il desiderio di insegnare il tabarkino o il sassarese ai propri figli, la prevalenza dell’italiano rende difficile il mantenimento della lingua. La società, sempre più globalizzata, ha favorito l’uso di lingue maggiormente diffuse, creando un divario linguistico nelle famiglie.
Nonostante queste difficoltà, il progetto ha dimostrato che c’è una forte volontà di preservare la lingua. Genitori e nonni lottano affinché i giovani possano crescere con un legame solido alla lingua madre. Le storie che emergono da queste interviste sono una testimonianza della forza di volontà di chi continua a vedere la lingua come un bene prezioso da trasmettere alle future generazioni.
Le interviste: voci di ieri e di oggi
Le otto interviste del Progetto Annotu raccontano storie ricche di tradizione e memoria. Ogni intervista è una testimonianza che unisce passato e presente. Parlando in tabarkino o sassarese, i partecipanti non solo comunicano, ma rivivono le tradizioni e mantengono vive le storie delle generazioni precedenti. Le testimonianze sono una risorsa fondamentale per comprendere la storia e la cultura della Sardegna.
Molti intervistati raccontano delle difficoltà nell’insegnare la lingua ai figli. Nonostante l’amore per la lingua e la cultura, la lingua italiana e le lingue più diffuse hanno reso più difficile la trasmissione. Tuttavia, nonostante le difficoltà, il desiderio di mantenere viva la lingua resta forte. Ogni storia è un contributo importante per la conservazione del patrimonio linguistico sardo.
Per leggere tutte le testimonianze e conoscere meglio il progetto, visitate la pagina ufficiale del Progetto Annotu.