
Ritardi globali nei nuovi impegni sul clima
Quasi 200 Paesi avevano tempo fino al 10 febbraio per presentare all’ONU le nuove strategie di riduzione dei gas serra entro il 2035. Tuttavia, solo 10 nazioni, tra cui Regno Unito, Svizzera e Brasile, hanno rispettato la scadenza. Cina, India e Unione Europea, tra le principali economie mondiali, non hanno ancora consegnato i propri piani.
L’incognita USA e il rischio di immobilismo
Il piano presentato dagli Stati Uniti sotto l’amministrazione Biden rischia di diventare inefficace, a causa della rielezione di Donald Trump, che ha già annunciato un nuovo ritiro dall’Accordo di Parigi. Questo scenario potrebbe spingere altri Paesi ad adottare un approccio attendista, rallentando ulteriormente l’azione climatica globale.
Rischio riscaldamento oltre i 2,5°C
L’ONU avverte che le attuali strategie non sono sufficienti. Se non si agirà in modo più deciso, il pianeta si avvia verso un aumento della temperatura tra 2,6°C e 2,8°C, con conseguenze catastrofiche: eventi climatici estremi, perdita di biodiversità e innalzamento irreversibile del livello del mare.
Nuove scadenze entro settembre 2025
Nonostante il ritardo, oltre 170 Paesi hanno dichiarato di voler presentare i propri piani entro l’anno, probabilmente prima della COP30 in Brasile. L’Unione Europea ha promesso di consegnare la propria strategia “ben prima” del vertice, mantenendo un ruolo di leadership nella lotta ai cambiamenti climatici.
Il 95% dei Paesi ha mancato la scadenza per la consegna dei nuovi piani climatici all’ONU, aumentando il rischio di un riscaldamento globale oltre i 2,5°C. Scopri di più su Adnkronos.