Il 10 febbraio, Giorno del Ricordo, onora la memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, invitando alla riflessione sul significato storico di questi eventi tragici.
Il 10 febbraio di ogni anno, l’Italia celebra il Giorno del Ricordo, una data simbolica per riflettere sulla tragedia delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e degli eventi che hanno segnato il confine orientale del paese. Questo giorno è stato istituito con la legge 30 marzo 2004, al fine di conservare la memoria storica degli italiani vittime di violenze e deportazioni durante e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Un momento di riflessione che onora le vittime innocenti di un dramma che ha toccato milioni di persone, legato a un passato troppo a lungo trascurato.
La nascita del Giorno del Ricordo
Il 10 febbraio 1947 segna un punto cruciale nella storia dell’Italia: la firma del Trattato di Pace di Parigi, che sanciva l’annessione della Venezia Giulia, dell’Istria e di Zara alla Jugoslavia. Questi territori, un tempo parte integrante dell’Italia, sono stati teatro di atrocità durante gli anni successivi alla fine del conflitto mondiale. La violenza comunista jugoslava e le persecuzioni contro la popolazione italiana furono il preludio a uno dei momenti più bui della nostra storia. Tra le vittime, centinaia di migliaia di italiani furono costretti a lasciare le loro terre d’origine, vivendo un esodo forzato che ha coinvolto decine di migliaia di persone. Tra i crimini più brutali, vi furono gli omicidi nelle foibe, le profonde cavità carsiche dove venivano gettate le vittime, senza alcun processo o giustizia.
Un massacro dimenticato
La violenza delle foibe e dell’esodo ha colpito intere famiglie di italiani, che si trovarono a dover affrontare l’impossibilità di tornare a casa. Non solo militari o fascisti, ma anche cittadini comuni furono uccisi o costretti a fuggire dalle terre a loro care. Si stima che tra 6.000 e 9.000 italiani persero la vita in questo massacro, un numero che non rende giustizia alla gravità dell’accaduto. La comunità internazionale, per decenni, ha ignorato o minimizzato questi eventi, lasciando i superstiti e i familiari senza il riconoscimento del loro dolore.
La memoria come strumento di prevenzione
Il Giorno del Ricordo rappresenta un momento fondamentale per non dimenticare, non solo per rispettare la memoria delle vittime, ma anche per prevenire che simili tragedie possano ripetersi. La memoria storica è infatti uno degli strumenti più potenti per costruire una società inclusiva e capace di riflettere sulle proprie radici. Il Giorno del Ricordo non si limita a rievocare la sofferenza, ma deve stimolare una riflessione più ampia sul pericolo che le ideologie estremiste rappresentano per la pace e la convivenza.
Nel corso degli anni, il 10 febbraio è diventato un’occasione per ricordare non solo la tragedia delle foibe, ma anche l’esodo degli italiani costretti ad abbandonare la propria terra. Egea, la bambina con la valigia simbolo dell’esodo istriano, rappresenta l’umanità dietro a questa tragedia e l’innocenza di chi ha subito la violenza della guerra e della persecuzione.
La continua ricerca della verità
Ogni anno, eventi commemorativi e momenti di riflessione in tutta Italia e all’estero, come nelle comunità italiane all’estero, mantengono viva la memoria di queste vicende storiche. Anche l’Ambasciata d’Italia, in collaborazione con le istituzioni locali, promuove iniziative per ricordare le vittime delle foibe e riflettere sugli eventi che hanno determinato il drammatico destino di migliaia di italiani. Questo è un impegno che deve essere costante, per non lasciare che la memoria di un popolo si perda nel dimenticatoio.