Prosa: “L’Assaggiatrice di Hitler” in tournée nell’Isola

L’assaggiatrice di Hitler, la pièce teatrale che porta in scena un dramma sconosciuto della Germania nazista

Un viaggio nella paura e nel potere con la regia di Sandro Mabellini e la drammaturgia di Gianfranco Pedullà e Rosella Postorino

Uno spettacolo intenso e avvincente, che riporta alla luce una pagina dimenticata della Seconda guerra mondiale. “L’assaggiatrice di Hitler”, pièce teatrale liberamente tratta dal romanzo Le assaggiatrici di Rosella Postorino, arriverà in Sardegna per la stagione di prosa 2024-2025 del CeDAC.

Con la regia di Sandro Mabellini e l’interpretazione di Silvia Gallerano e Alessia Giangiuliani, lo spettacolo racconta la storia vera di Margot Wölk, donna costretta a diventare assaggiatrice del cibo destinato a Hitler per scongiurare eventuali avvelenamenti. Tra paura, privazioni e relazioni ambigue, il dramma esplora il confine sottile tra complicità e sopravvivenza.

La tournée farà tappa nei principali teatri della Sardegna, con la prima regionale in programma martedì 11 febbraio alle 20:30 al Teatro Comunale Akinu Congia di Sanluri. Lo spettacolo proseguirà mercoledì 12 febbraio al Teatro Massimo di Cagliari, giovedì 13 febbraio al Teatro San Giuseppe di Nuoro, venerdì 14 febbraio al Cine/Teatro Olbia e sabato 15 febbraio al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo.

Una storia di donne intrappolate in un gioco di potere

Al centro dello spettacolo c’è Rose Sauer, giovane donna che, fuggita da Berlino per scampare ai bombardamenti, si ritrova prigioniera di un destino imposto. Rifugiatasi in una zona rurale in attesa del marito partito per il fronte, viene reclutata con altre nove donne per testare il cibo del Führer, diventando inconsapevolmente parte del suo sistema di sicurezza.

Nel quartier generale di Hitler a Rastenburg, noto come Wolfsschanze, la vita delle assaggiatrici è scandita da un rituale di sopravvivenza crudele e paradossale: ogni pasto può essere l’ultimo. Il regime impone loro di mangiare per proteggere il capo del Terzo Reich, ma al tempo stesso le espone a un destino incerto e angosciante. La paura e il senso di colpa si mescolano nella mente di Rose, che si trova a convivere con l’idea di essere una vittima ma, allo stesso tempo, una possibile complice del sistema nazista.

Tra amicizie, diffidenze e strategie di sopravvivenza, le donne sviluppano legami complessi. Tra loro spicca Elfriede Kuhn, cittadina raffinata e ribelle, in netto contrast con la timida Leni. Il microcosmo in cui si muovono diventa sempre più claustrofobico, mentre le tensioni interne aumentano dopo un attentato fallito contro Hitler.

Dal romanzo al teatro: uno spettacolo che mescola suoni, luci e immaginazione

La trasposizione teatrale di L’assaggiatrice di Hitler nasce dalla collaborazione tra Gianfranco Pedullà e la stessa Rosella Postorino, autrice del romanzo vincitore del Premio Campiello. Il libro, tradotto in oltre trenta lingue, ha ispirato anche un film diretto da Silvio Soldini, in uscita a marzo.

La messa in scena, curata da Sandro Mabellini, è costruita per coinvolgere emotivamente il pubblico. “È uno spettacolo evocativo, in cui due sole attrici interpretano tutti i personaggi”, spiega il regista. La drammaturgia punta su una forte sintesi scenica, utilizzando suoni, luci e musica dal vivo per immergere gli spettatori nella storia. “È un film in assenza di cinema”, sottolinea Mabellini, riferendosi alla scelta di lasciare spazio all’immaginazione del pubblico.

La colonna sonora originale di Francesco Giorgi, le luci di Gianni Pollini e il design sonoro di Jacopo Cerolini amplificano le sensazioni, rendendo lo spettacolo un’esperienza immersiva. Marlene Fuochi, con la sua voce e la fisarmonica, aggiunge un ulteriore livello di intensità emotiva alla narrazione.

La paura, la fame e il senso di colpa: il conflitto interiore dell‘assaggiatrice di Hitler

L’assaggiatrice Rose Sauer si trova a combattere una guerra interiore. Ogni boccone può essere l’ultimo, ma rifiutarsi di mangiare non è un’opzione. Il regime nazista l’ha privata della possibilità di scegliere, trasformandola in un ingranaggio del suo sistema di sicurezza.

Quando le SS ordinarono di mangiare, Rose non pensò a nulla, solo alla fame vissuta per tutta la guerra”, racconta il regista Sandro Mabellini. La necessità di sopravvivere la porta ad accettare un destino imposto, ma il senso di colpa la logora. Nel confronto con le altre assaggiatrici, la protagonista si scopre fragile e bisognosa dell’approvazione del gruppo, che la soprannomina la Straniera di Berlino.

In questo clima di tensione e incertezza, nasce un legame ambiguo tra Rose e il comandante Albert Ziegler. Un rapporto sospeso tra paura, sottomissione e un’imprevista forma di attrazione. “In un mondo governato dall’ingiustizia e dalla violenza, anche un semplice gesto di gentilezza può essere interpretato come amore”, spiega Mabellini.

Uno spettacolo che scava nell’animo umano, mettendo in luce il confine sfumato tra sopravvivenza e complicità.

About Cesare Demuro

Sono un ragazzo di 20 anni, vengo da Villanova Tulo, in provincia del Sud Sardegna, ma vivo a Cagliari da 2 anni, in quanto studente di Scienze della Comunicazione.

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