‘Music and Motherhood’: Canto contro depressione post parto

Il canto come terapia per le neomamme: al via la seconda fase di “Music and Motherhood”

Un progetto innovativo per combattere la depressione post partum attraverso la musica

Cantare in gruppo può aiutare le neomamme a superare la depressione post partum. È questa la premessa dello studio “Music and Motherhood”, promosso dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS Europa) e coordinato in Italia dall’Istituto superiore di sanità (Iss). Dopo il successo della prima fase, i ricercatori hanno dato il via a una seconda edizione, ampliando il raggio d’azione del progetto.

Lo studio, pubblicato su Frontiers in Medicine, dimostra che il canto collettivo migliora il benessere emotivo delle mamme, riducendo significativamente i sintomi della depressione. La ricerca ha evidenziato come la musica aiuti le donne a condividere emozioni, a rafforzare il legame con il proprio bambino e a vivere un’esperienza terapeutica non medicalizzata. Il progetto offre anche un’opportunità di inclusione, coinvolgendo donne straniere che non parlano fluentemente l’italiano, ma possono partecipare attraverso il linguaggio universale della musica.

Il canto come strumento di cura e inclusione per la depressione post parto

La depressione post partum è un problema che colpisce molte donne nei primi mesi dopo la nascita di un figlio, con ripercussioni sul loro benessere e sulla relazione madre-bambino. Il progetto “Music and Motherhood” propone un approccio innovativo, utilizzando il canto come strumento di cura.

I risultati della prima fase dello studio hanno mostrato che le neomamme che hanno partecipato ai cori terapeutici hanno riscontrato un miglioramento del tono dell’umore e una riduzione dello stress. Il canto aiuta a regolare il respiro, a rilassare il corpo e a favorire la produzione di endorfine, ormoni che contrastano la sensazione di ansia e tristezza. Inoltre, il contesto di gruppo facilita la condivisione di esperienze e la costruzione di una rete di supporto tra le partecipanti.

Un altro aspetto fondamentale è l’accessibilità del progetto: la musica diventa un mezzo per raggiungere anche le mamme migranti, che spesso incontrano difficoltà linguistiche nell’accesso ai servizi psicologici. Il canto, privo di barriere culturali e linguistiche, consente loro di esprimere le proprie emozioni e di sentirsi parte di una comunità accogliente.

La seconda fase del progetto: nuovi obiettivi e prospettive

Con la seconda fase di “Music and Motherhood”, i promotori puntano a coinvolgere un numero ancora maggiore di neomamme e a raccogliere ulteriori dati sull’efficacia della musicoterapia. Il progetto si propone di consolidare i risultati già ottenuti e di valutare l’impatto del canto sulla qualità della vita delle partecipanti nel lungo periodo.

Gli esperti sottolineano l’importanza di iniziative come questa per ampliare le strategie di supporto alle donne nel post parto. La depressione post partum è spesso sottovalutata, ma può avere effetti profondi sulla salute materna e sullo sviluppo del bambino. Offrire alle mamme strumenti non medicalizzati per affrontare questo periodo delicato rappresenta un passo avanti nella promozione del benessere psicologico.

La musica come terapia: un modello da ampliare

L’esperienza positiva di “Music and Motherhood” potrebbe diventare un modello replicabile in diversi contesti sanitari. L’uso della musica nella cura delle persone affette da disturbi dell’umore è già noto in ambito clinico, ma il progetto dimostra che può essere un valido strumento anche nel supporto alle neomamme.

Il canto, oltre a essere un’attività piacevole, ha un forte impatto sullo stato emotivo e sulla capacità di relazione. Creare spazi in cui le madri possano esprimersi liberamente, senza il timore di essere giudicate, rappresenta un’opportunità preziosa per il loro equilibrio psicologico. Il successo della prima fase dello studio suggerisce che la seconda edizione potrebbe rafforzare ulteriormente l’importanza della musica nel percorso di cura post partum.

About Cesare Demuro

Sono un ragazzo di 20 anni, vengo da Villanova Tulo, in provincia del Sud Sardegna, ma vivo a Cagliari da 2 anni, in quanto studente di Scienze della Comunicazione.

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