Una ricerca pubblicata su Nature rivela nuovi dettagli sul disturbo bipolare: allo studio contribuiscono scienziati dell’Università di Cagliari
Il disturbo bipolare è una malattia psichiatrica che alterna episodi di mania e depressione, colpendo milioni di persone in tutto il mondo. Sebbene sia noto, le sue cause biologiche rimangono poco chiare. Recentemente, uno studio pubblicato sulla rivista Nature ha rivelato nuove informazioni genetiche sul disturbo. Il consorzio che ha condotto la ricerca, il Psychiatric Genomics Consortium (PGC), ha coinvolto oltre 800 ricercatori da 150 istituzioni in tutto il mondo. Tra i contributi principali ci sono quelli dei professori Alessio Squassina, Claudia Pisanu, Mirko Manchia, e Bernardo Carpinello dell’Università di Cagliari, che hanno fornito dati clinici e genetici su circa 600 pazienti sardi.
La ricerca sul legame tra genetica e disturbo bipolare
Lo studio ha coinvolto 158.036 pazienti con disturbo bipolare e 2,8 milioni di individui sani di diverse etnie, rivelando 298 regioni del genoma umano legate al rischio di sviluppare la malattia. Di queste, 267 erano nuove scoperte. I risultati hanno permesso di identificare 36 geni significativi per il disturbo. L’analisi ha anche preso in considerazione diverse popolazioni, tra cui europei, asiatici, afroamericani e latini, ampliando la comprensione delle varianti genetiche che influenzano il disturbo bipolare.
Un passo importante nella comprensione del disturbo bipolare
Le scoperte hanno permesso di individuare nuove aree genetiche che aumentano il rischio di disturbo bipolare, offrendo possibilità per lo sviluppo di trattamenti più mirati. Sebbene questi risultati non abbiano risvolti immediati per la cura, aprono la strada a nuove terapie. In particolare, i ricercatori hanno evidenziato il coinvolgimento di aree cerebrali come la corteccia prefrontale e l’ippocampo, che sono cruciali per la regolazione dell’umore. Inoltre, l’analisi suggerisce un legame tra il disturbo e alterazioni in altre funzioni corporee, come quelle intestinali e pancreatiche.
Nuove prospettive per la medicina di precisione
L’impiego della medicina di precisione potrebbe migliorare la diagnosi e il trattamento del disturbo bipolare, grazie a terapie più specifiche basate sulle varianti genetiche individuali. Oggi, le terapie esistenti non sono sempre efficaci e non esistono metodi di prevenzione definiti. Con l’analisi genetica del PGC, si spera di sviluppare trattamenti più efficaci, rispondendo alle diverse esigenze genetiche dei pazienti. L’interazione tra geni e ambiente continua a essere una chiave fondamentale per comprendere la malattia.