
Un’iniziativa decennale per combattere la dispersione scolastica e favorire l’inclusione a Sant’Elia, raccontata da Antonio Demurtas e Giulia Lamieri
A Sant’Elia, un quartiere storicamente segnato da difficoltà sociali, si sviluppava un progetto di volontariato che in dieci anni trasformava il territorio in un modello di inclusione e supporto educativo. Ai microfoni di Unica Radio, Antonio Demurtas, coordinatore del progetto Frequenza 200 e referente della Fondazione Somaschi Onlus, insieme a Giulia Lamieri, educatrice del centro territoriale di Quartieri, descrivevano il cuore pulsante di un’iniziativa nata per contrastare la dispersione scolastica e supportare minori e famiglie.
Un centro educativo al cuore di Sant’Elia
Nel cuore del quartiere di Sant’Elia, il progetto Frequenza 200 offre un luogo sicuro e accogliente per ragazzi dagli 11 ai 16 anni. Questo centro educativo, promosso dalla Fondazione Somaschi Onlus, si distingue per il suo impegno nel fornire sostegno scolastico e favorire la socializzazione attraverso attività mirate. Ogni giorno, educatori e volontari collaborano per aiutare i ragazzi a superare le difficoltà nello studio, creando un ambiente in cui apprendimento e creatività si fondono. La presenza di laboratori tematici, come quelli di musica e falegnameria, diventa uno strumento fondamentale per avvicinare i giovani a nuove passioni, stimolando il loro potenziale.
Parallelamente, il progetto si connette con le realtà scolastiche del territorio, come le scuole Tuveri e Colombo, per offrire supporti aggiuntivi. Qui si trovano servizi essenziali come uno sportello psicologico e una consulenza pedagogica, ideati per affrontare le complesse sfide educative odierne. La combinazione di attività extrascolastiche e supporto integrato rappresenta un passo significativo verso una comunità più coesa.
La rete Fratelli Tutti e la lotta alla dispersione scolastica
La rete Fratelli Tutti Sant’Elia si affermava come pilastro fondamentale del progetto, unendo risorse e competenze di diverse organizzazioni locali per creare un impatto concreto. Attraverso questa rete, i ragazzi venivano accompagnati in un percorso educativo personalizzato, iniziando da un rapporto di fiducia con educatori esperti. Gli interventi si focalizzavano sullo studio, ma si estendevano anche a momenti di crescita personale e comunitaria.
L’innovazione del progetto si esprimeva anche nei laboratori pratici. Il laboratorio di barca a vela, ad esempio, rappresentava non solo un’attività ludica ma un’occasione per apprendere valori come il lavoro di squadra e la resilienza. Ogni attività veniva progettata per rispondere ai bisogni educativi e sociali dei partecipanti, consolidando il legame tra giovani, educatori e territorio.
Grazie alla collaborazione con partner come WeWorld Onlus di Milano, il progetto si dimostrava un esempio virtuoso di sinergia tra realtà nazionali e locali. In questo contesto, Antonio Demurtas e Giulia Lamieri sottolineavano come l’obiettivo principale fosse quello di creare opportunità per i giovani, contrastando fenomeni complessi come l’abbandono scolastico attraverso un intervento multidimensionale.