Intervista a Sara Fgaier: “Sulla Terra Leggeri”

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Intervista a Sara Fgaier: "Sulla Terra Leggeri"
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Sara Fgaier racconta “Sulla terra leggeri”: un viaggio tra memoria e frammentazione

Il legame tra memoria e identità al centro del film presentato a Locarno

Abbiamo incontrato Sara Fgaier, regista di Sulla terra leggeri, per parlare del suo ultimo film, presentato al prestigioso Locarno Film Festival 2024. Un’opera che esplora temi profondi come la memoria, l’identità e la capacità di reinventarsi attraverso le perdite. Fgaier ci ha raccontato come il suo film nasca da due domande fondamentali: “Chi siamo in relazione a chi eravamo?” e “Cosa accade quando qualcuno dimentica la cosa più importante della sua vita?”. Un’intervista intensa che svela i segreti dietro la creazione di questa pellicola poetica e visionaria.

Sulla terra leggeri segue la storia di Gian, un uomo che sta lentamente perdendo i ricordi della sua compagna Miriam, scomparsa anni prima. La memoria di Miriam si dissolve, causando in lei una “seconda morte”. Fgaier ha immaginato il film come un collage lirico, mescolando elementi di archivi, documentari e scene di finzione per rappresentare il caos mentale di Gian e la sua lotta per non lasciar svanire Miriam. “Ho voluto esplorare come il tempo cambi il nostro rapporto con il passato,” ci ha detto Fgaier. “Anche il dolore più profondo può trasformarsi, facendo emergere nuovi sentimenti e prospettive”.

Un’esperienza visiva tra malinconia e sperimentazione

Il film non si limita a raccontare una storia, ma immerge lo spettatore in uno stato mentale complesso. “La mia sfida era rendere visibile la frammentazione nella mente di Gian,” ha spiegato la regista. “Le immagini del film sono come pezzi di un puzzle che riflettono la confusione del protagonista. Volevo che il pubblico vivesse con lui questa malinconia e queste sue allucinazioni”.

Il casting ha richiesto mesi di lavoro in Italia, Tunisia e Francia. “Abbiamo trovato attori straordinari come Andrea Renzi, Sara Serraiocco e Emilio Francis Scarpa. La storia copre quarant’anni, quindi ogni personaggio doveva essere interpretato da tre attori di diverse età. È stato impegnativo, ma anche affascinante vedere come ciascun attore ha dato vita al proprio ruolo”.

La scelta di presentare il film a Locarno non è stata casuale. “È un festival che amo profondamente,” ha sottolineato Fgaier. “È attento al cinema d’autore, ed è l’ambiente ideale per un’opera come questa”.

About Cesare Demuro

Sono un ragazzo di 20 anni, vengo da Villanova Tulo, in provincia del Sud Sardegna, ma vivo a Cagliari da 2 anni, in quanto studente di Scienze della Comunicazione.