La scimmia potrebbe parlare, ma il suo cervello non è pronto
Per anni si è creduto che le scimmie non fossero in grado di parlare a causa di limiti anatomici nel tratto vocale. Uno studio recente, pubblicato su Science Advances, ribalta questa convinzione: il tratto vocale delle scimmie, in particolare quello dei macachi, sarebbe adatto a produrre suoni articolati, ma è il cervello a non essere in grado di coordinare e sviluppare un linguaggio complesso. I ricercatori hanno osservato l’apparato vocale di un macaco attraverso raggi X, dimostrando che potrebbe produrre una gamma di suoni paragonabile a quella umana.
Tuttavia, il limite resta neurologico. Manca nelle scimmie il “software” necessario per gestire un linguaggio, mentre l'”hardware” anatomico sarebbe adeguato. Questo significa che, a differenza dell’uomo, l’evoluzione del linguaggio nelle scimmie non si è mai accompagnata a un cambiamento significativo delle capacità cognitive. Gli scienziati ritengono che il linguaggio umano sia il risultato di modifiche nel cervello, non nell’apparato fonatorio. Questo porta a una riflessione sull’origine della comunicazione nella nostra specie: la capacità di parlare avrebbe richiesto più un’evoluzione mentale che fisica.
Conseguenze sulle teorie evolutive del linguaggio
La scoperta apre nuove prospettive per comprendere come e perché solo gli esseri umani abbiano sviluppato un linguaggio complesso. Gli antropologi evolutivi considerano il linguaggio una delle conquiste chiave dell’umanità, ma non concordano su quando sia emerso. Secondo questa ricerca, il passaggio cruciale sarebbe legato a mutazioni cerebrali che hanno dato origine alla capacità di articolare suoni in parole con significati complessi.
Il risultato conferma che il linguaggio è una capacità unica, sviluppata solo dalla nostra specie grazie a un’evoluzione neurologica che ha potenziato il controllo del tratto vocale e la capacità di costruire significati astratti. Studi come questo permettono di approfondire i confini tra uomo e animali, evidenziando quanto l’intelligenza e le funzioni cerebrali siano determinanti nel nostro successo evolutivo.