dolci natalizi

Dolci natalizi: panettone e pandoro sempre più “salati”

L’aumento dei prezzi colpisce i grandi lievitati di Natale: tra materie prime costose e cambiamenti climatici, le tavole italiane devono fare i conti con rincari che non sembrano arrestarsi.

I dolci natalizi simbolo, il panettone e il pandoro, restano protagonisti delle feste nelle case italiane, ma con un costo sempre maggiore. Secondo i dati dell’Osservatorio di Federconsumatori, i prezzi medi registrano un incremento rispetto allo scorso anno, con un lieve +0,6% per le versioni industriali. Tuttavia, alcune tipologie specifiche segnalano rincari significativi: il panettone tradizionale vede un aumento del 4%, mentre il pandoro classico si ferma al +2%.

Il settore artigianale risulta ancora più colpito. Un panettone da 1 kg, spesso venduto a 35 euro, può raggiungere anche i 50 euro nelle produzioni più pregiate. Per i prodotti senza glutine, invece, l’aumento è più marcato, con un +5% medio, mentre le versioni vegane o senza lattosio mostrano una lieve diminuzione di prezzo. Federconsumatori spiega che il rialzo non sia legato a speculazioni, ma alla crescita dei costi delle materie prime, un fenomeno aggravato da fattori globali come il cambiamento climatico, le instabilità geopolitiche e i problemi legati alle catene di fornitura.

L’impatto delle materie prime sul costo dei grandi lievitati

Gli ingredienti essenziali per la produzione di panettoni e pandori hanno registrato aumenti vertiginosi. Il burro, elemento chiave del pandoro, ha subito un incremento del 45% rispetto all’anno precedente, passando da 4,30 euro al kg di agosto 2023 a 7,80 euro al kg a dicembre. Un’analisi di Clal ha confermato il trend, evidenziando come questi rincari influenzino in modo diretto i costi finali per i consumatori.

Anche l’uvetta, tradizionalmente utilizzata nel panettone, ha raggiunto prezzi proibitivi a causa delle scarse produzioni in Turchia, colpite da eventi climatici estremi. In alternativa, i produttori si rivolgono a fornitori di Cina e Sudamerica, con una qualità però inferiore. Non meno critica è la situazione della vaniglia Bourbon del Madagascar, il cui prezzo tocca i 600 dollari al kg sul mercato all’ingrosso, segnando un aumento decennale costante.

I rincari legati ai cambiamenti climatici

Le conseguenze del cambiamento climatico si riflettono anche sul costo di ingredienti come il cacao, la cui produzione globale fatica a soddisfare la domanda. I futures sul cacao segnalano un aumento del 179% in un anno, con un prezzo che supera 11.600 dollari a tonnellata. Similmente, la crisi degli agrumi ha ridotto la disponibilità di canditi di qualità, fondamentali per i lievitati. La produzione delle nocciole, spesso usate per arricchire i panettoni, ha registrato un aumento del 40% a causa della siccità che colpisce le principali aree di raccolta.

Anche il caffè, introdotto nelle farciture dei dolci natalizi, segue la stessa tendenza, rendendo le preparazioni più complesse e costose. Il panorama generale traccia un quadro in cui tradizione e rincari si intrecciano, imponendo ai consumatori un Natale dal sapore un po’ più amaro.

About Simone Usai

Studente di Filosofia e Teorie della comunicazione. Sono appassionato di scrittura e lettura.

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