Parità di genere e Intelligenza artificiale

Parità di genere e intelligenza artificiale: “Un errore colossale replicare le diseguaglianze esistenti”

Un incontro tra tecnologia e diritti: l’importanza di costruire un’intelligenza artificiale che rispetti la parità di genere e promuova l’equità nelle decisioni

Nell’era dell’intelligenza artificiale, l’urgenza di integrare la parità di genere nei sistemi tecnologici è una sfida che coinvolge aziende, istituzioni e comunità scientifica. “Sarebbe un errore gravissimo alimentare l’IA con le diseguaglianze esistenti”, sostiene Marta Rossi, esperta di tecnologie inclusive e docente di studi di genere all’Università di Milano. “Ogni giorno, la tecnologia influenza scelte di vita, carriere e diritti, e se questa viene nutrita con dati già intrisi di pregiudizi di genere, si rischia di amplificare problemi anziché risolverli.” Marta Rossi ci spiega perché è essenziale creare una base dati che rispetti la diversità di genere e promuova un utilizzo etico dell’IA.

Secondo Rossi, l’intelligenza artificiale può riscrivere le regole della parità se strutturata per evitare l’accumulo di stereotipi. “Molti algoritmi prendono decisioni su dati pregressi che riflettono diseguaglianze reali,” chiarisce la studiosa, “dalle selezioni di personale alle scelte commerciali. Con IA equamente programmata, possiamo contrastare disparità sociali e persino modificare certi bias di selezione”. Tuttavia, senza un intervento chiaro, c’è il rischio che l’IA continui a riflettere le stesse discriminazioni di genere già presenti nella società, consolidandole.

Perché i dati senza pregiudizi sono la chiave per un’IA inclusiva

Un punto centrale per la parità di genere nell’IA, secondo Marta Rossi, è l’uso di dati privi di pregiudizi. Se i dati su cui si basa l’IA sono ottenuti da contesti disuguali, questi influiscono negativamente su settori cruciali, come il mercato del lavoro e l’istruzione. “Per progettare un’IA davvero inclusiva, occorre creare dataset che rappresentino uomini e donne in modo bilanciato”, afferma la professoressa. Una serie di ricerche ha dimostrato che numerosi sistemi automatici finiscono per scartare o penalizzare le candidature femminili in modo ricorrente: “Questo accade perché le IA assimilano i dati in cui le donne sono storicamente sottorappresentate o discriminate”.

Rossi evidenzia che la costruzione di una tecnologia inclusiva non è solo un tema di programmazione, ma un cambiamento culturale necessario. Le parole di esperti come lei puntano alla consapevolezza dell’utente finale e degli sviluppatori, per creare un’intelligenza artificiale che non solo comprenda, ma rispetti la diversità di genere.

About Cesare Demuro

Sono un ragazzo di 20 anni, vengo da Villanova Tulo, in provincia del Sud Sardegna, ma vivo a Cagliari da 2 anni, in quanto studente di Scienze della Comunicazione.

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