Un’analisi CNA esplora come la tecnologia influenzerà l’occupazione nell’isola, portando a significativi cambiamenti economici. Potrebbero ridursi drasticamente i posti di lavoro tradizionali, ma aumentare la produttività, aprendo scenari di sviluppo settoriale. In assenza di azioni strategiche mirate, la Sardegna rischia di restare indietro in questa rivoluzione digitale.
Il futuro del mercato del lavoro in Sardegna sembra in bilico, in un mix di rischi e opportunità derivanti dalla diffusione dell’intelligenza artificiale e dell’automazione. La Confederazione Nazionale dell’Artigianato (CNA) ha recentemente pubblicato uno studio che stima una perdita netta di circa 59.253 posti di lavoro, ovvero il 10,3% dell’occupazione attuale, qualora l’adozione tecnologica si concretizzi completamente. Ciò rappresenta un impatto inferiore rispetto alla media nazionale, che si attesta all’11%, ma ancora significativo per un’economia come quella sarda, tradizionalmente meno industrializzata.
Secondo la CNA, il numero di posti di lavoro a rischio in Sardegna ammonta a circa 105.620, un dato equivalente al 18,3% degli occupati nell’isola. Tuttavia, il potenziale incremento del valore aggiunto si stima intorno al 12,8%, traducendosi in circa cinque miliardi di euro. Questo margine, sebbene inferiore alla media nazionale del 13,1%, supererebbe comunque la crescita di altre regioni del Mezzogiorno. Una parte importante di questo guadagno potrebbe derivare dalla maggiore produttività nei settori tecnologici e del digitale, che compenseranno almeno in parte la perdita di mansioni tradizionali.
L’importanza della formazione e del riposizionamento
L’introduzione di nuove tecnologie avrà un impatto sostanziale sul mercato del lavoro. Molti settori tradizionali come agricoltura, artigianato e logistica sono particolarmente vulnerabili all’automazione. Luigi Tomasi e Francesco Porcu della CNA Sardegna sottolineano l’urgenza di investire in formazione e riqualificazione professionale per riposizionare i lavoratori che rischiano l’esclusione. “Bisogna prepararsi ora per cogliere le opportunità che l’innovazione porta, ma senza lasciare indietro chi è impiegato nei settori più esposti alla trasformazione,” affermano.
L’implementazione dell’intelligenza artificiale potrebbe anche aprire nuovi sbocchi occupazionali. Si prevede la creazione di 46.367 nuovi posti di lavoro, pari all’8% del totale attuale, in linea con la media nazionale dell’8,5%. Tuttavia, il saldo netto resterebbe negativo, a causa del sostanziale calo dei posti legati a mansioni ripetitive e facilmente automatizzabili. Per affrontare questa transizione, la Sardegna necessita di una strategia lungimirante che bilanci innovazione, sostenibilità e inclusione sociale, unendo politiche di welfare attivo e passivo.
Settori vulnerabili all’intelligenza artificiale
Il rapporto CNA evidenzia come alcuni settori, specie quelli con mansioni manuali e ripetitive, risultino più vulnerabili all’adozione dell’automazione. L’agricoltura ne è un esempio significativo. Il peso del settore agricolo in Sardegna è relativamente alto rispetto ad altre regioni italiane e l’automazione potrebbe ridurre la domanda di manodopera stagionale. Tuttavia, questo scenario potrebbe anche incentivare lo sviluppo di un’agricoltura innovativa e sostenibile, capace di valorizzare le produzioni locali di nicchia e il biologico, creando nuovi percorsi imprenditoriali.
Per contro, i settori legati alla digitalizzazione saranno motori di crescita occupazionale. Tecnologie ICT e servizi finanziari mostrano grandi potenzialità per quanto riguarda l’aumento della produttività e della competitività regionale. La CNA stima una crescita del 41,1% nella produttività dei servizi di informazione e comunicazione, seguita da un aumento del 31,9% per il settore finanziario e assicurativo, dove l’adozione di tecnologie avanzate migliora efficienza e rapidità operativa.
In un panorama dove l’automazione rivoluzionerà molteplici ambiti professionali, la sfida resta quella di mitigare i rischi legati alla disoccupazione tecnologica e capitalizzare sulle nuove possibilità. Se la Regione Sardegna riuscirà a sostenere i lavoratori in questa transizione, l’intelligenza artificiale e l’automazione potrebbero effettivamente trasformarsi in una leva di crescita, anziché in una minaccia. La formazione e il riposizionamento sono essenziali per mantenere viva l’economia regionale.
Sardegna: tra tradizione e innovazione tecnologica
La Sardegna si trova a un bivio storico. Da un lato, l’automazione promette efficienza e produttività. Dall’altro, il rischio è di un progressivo declino per quelle professioni legate a settori più tradizionali, come il turismo e l’artigianato, su cui l’economia dell’isola ha sempre fatto affidamento. Tuttavia, proprio in questi ambiti, il valore aggiunto dell’innovazione potrebbe tradursi in una nuova offerta turistica e artigianale, in grado di attrarre visitatori interessati alle esperienze autentiche e sostenibili.