Costantino Nivola: tra arte moderna e preistoria in Sardegna

Una mostra unica in Sardegna mette in relazione le opere di Nivola con la preistoria dell’isola attraverso un percorso tra graffiti, ceramiche antiche e installazioni digitali.

In un percorso espositivo suddiviso tra il Museo Nivola di Orani e il Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras , la mostra “La preistoria moderna di Costantino Nivola” esplora il legame profondo tra l’arte dello scultore sardo e le antiche radici della Sardegna . Le opere di Nivola si confrontano con le testimonianze archeologiche della preistoria sarda in un dialogo suggestivo che comprende reperti originali, installazioni multimediali e immagini digitali a cura del Visual Computing Group del CRS4 . Ideata in collaborazione con storici dell’arte e archeologi come Giuliana Altea e Antonella Camarda , la mostra offre un’immersione totale nel passato arcaico sardo, mostrando l’impatto della cultura preistorica sulle sculture, graffiti e sandcast di Nivola, figura centrale del suo immaginario artistico.

I graffiti e la preistoria sarda come fonte di ispirazione

La prima parte del percorso espositivo si concentra sulle influenze preistoriche, evidenziando come Nivola integri nei suoi lavori motivi e segni tipici della Sardegna arcaica. Le sue opere richiamano le decorazioni rupestri e le incisioni delle domus de janas , antiche tombe scavate nella roccia, che rappresentano una delle prime forme di espressione simbolica sull’isola. Questi segni ancestrali diventano una fonte costante di ispirazione per Nivola, che negli anni Cinquanta introduce nei suoi lavori il graffito su intonaco affresco, utilizzato anche in opere monumentali come le decorazioni murali della chiesa di Sa Itria a Orani . L’artista riprende incisi simili ai petroglifi e li ripropone in modo originale nelle sue sculture, portando un frammento di preistoria sarda nelle grandi città americane, come nei graffiti presenti nel parco giochi delle Wise Towers di New York .

Il percorso è arricchito dalla presenza di ceramiche risalenti al V e IV millennio aC, i cui motivi e forme trovano una ripresa nelle opere in ceramica di Nivola, realizzate nel 1980 in collaborazione con il maestro ceramista Luigi Nioi . I visitatori possono così osservare da vicino l’evoluzione delle decorazioni sarde e il modo in cui l’artista le reinventa in una chiave moderna, mostrando come i primi segni della civiltà sarda continuando a risuonare nelle sue creazioni.

La Grande Madre ei monumenti nuragici: il legame spirituale di Nivola con la sua terra

Uno dei temi centrali dell’esposizione è la rappresentazione della Grande Madre , simbolo della fertilità e della vita presente nella statuaria preistorica sarda, reinterpretato nelle figure femminili di Nivola. Dai totem degli anni Cinquanta fino alle Madri degli ultimi periodi della sua produzione, le opere dell’artista evocano il mistero e la potenza simbolica delle sculture nuragiche, riportando alla luce un universo arcaico che riecheggia in ogni dettaglio. Questo legame spirituale con la cultura ancestrale sarda emerge in opere come il progetto di piazza Satta a Nuoro , realizzato nel 1967, che prende spunto dai monumenti megalitici della Sardegna.

Un ulteriore elemento di connessione è l’acqua, risorsa simbolicamente e culturalmente centrale per l’isola, che Nivola rappresenta nelle fontane progettate per i college Morse e Stiles dell’Università di Yale . Attraverso queste opere, Nivola riflette sulla diversità nella gestione delle risorse naturali tra Sardegna e Stati Uniti, con un interesse per le questioni ecologiche e la sostenibilità che rimane sorprendentemente attuale. La mostra invita così a riflettere sul ruolo della natura e delle tradizioni sarde come fonte di ispirazione per un’arte capace di connettere passato e presente.

About Federica Cardia

Studentessa in beni culturali, cuoca e mamma a tempo pieno. Dopo il diploma come tecnico per il turismo e svariati anni alla ricerca dell'occupazione che più mi si addice, tra cucine, pulizie, e corse in motorino per consegnare raccomandate, ho varcato anche la soglia dell' università alla veneranda età di quasi 30 anni. Fuori corso a causa di diverse vissicitudini, la migliore la mia bambina di 8 mesi, Dafne. Ora giunta quasi alla fine di questo percorso formativo, sarò qui presente per qualche tempo a scrivere per voi.

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