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I custodi del tempo: il teatro sardo tra tradizione e sperimentazione

Domani sera, nella suggestiva cornice di piazza Sebastiano Satta a Nuoro, si terrà lo spettacolo “I custodi del tempo”. Con un mix di teatro, musica contemporanea e canto popolare, la compagnia Bocheteatro darà vita a una rappresentazione ispirata al romanzo di Sergio Atzeni.

Nuoro, e in particolare piazza Sebastiano Satta, si trasformerà in un vero e proprio palcoscenico a cielo aperto domani sera alle ore 21, quando la compagnia Bocheteatro presenterà lo spettacolo “I custodi del tempo”. L’evento, che vedrà la partecipazione di venti artisti tra coristi, musicisti e la voce narrante dell’attore Giovanni Carroni, nasce da un’idea di Gianpaolo Selloni e Mario Serra. Questo adattamento drammaturgico, con la regia dello stesso Carroni, si ispira al romanzo “Passavamo sulla terra leggeri” di Sergio Atzeni, una delle opere più epiche e affascinanti della letteratura sarda.

L’evento promette di sorprendere il pubblico con una combinazione unica di coro della tradizione popolare, musica colta e jazz. La voce recitante di Giovanni Carroni accompagnerà gli spettatori attraverso il viaggio epico descritto da Atzeni, in un racconto che esplora la storia del popolo sardo e delle sue lotte. Sul palco si esibiranno il coro Prama ‘e Seda e il Quartetto Elikes, composto da Gianpaolo Selloni al pianoforte e autore delle musiche originali, Pierluigi Manca al contrabbasso, Andrea Serra alla batteria ed Emanuele Contis al sassofono. Insieme, questi artisti daranno vita a un’esperienza immersiva e coinvolgente.

Un viaggio tra passato e presente: la narrazione epica di Sergio Atzeni

L’idea alla base di “I custodi del tempo” era quella di sperimentare nuove forme di teatro, fondendo la musica contemporanea e il canto della tradizione popolare sarda. Secondo quanto spiegato da Giovanni Carroni, questo progetto nasceva dall’esigenza di andare oltre lo stile autoreferenziale, portando il teatro a “raccontare” in modo più ampio e profondo, e offrendo al pubblico una riflessione su chi siamo e da dove veniamo. Le pagine del romanzo di Sergio Atzeni, con il suo stile fantastico e trasognato, sono state una preziosa fonte di ispirazione per la creazione della colonna sonora che accompagna lo spettacolo.

Il romanzo di Atzeni narra l’epopea del popolo sardo e dei suoi sacerdoti/danzatori, dipingendo un quadro affascinante e tragico della storia millenaria dell’isola. L’intento dello spettacolo è proprio quello di sottolineare la magia e la difficoltà di questo cammino storico, portando sul palco un racconto che si dipana dalle “sterminate antichità” fino alla morte di Eleonora d’Arborea, l’eroina simbolo della resistenza sarda contro l’invasore spagnolo.

Un coro come contrappunto alla narrazione storica

Il ruolo del coro e dei musicisti nello spettacolo ricalca la funzione del coro nell’antico teatro greco: fare da sfondo e contrappunto alla narrazione teatrale. Questo dispositivo permette al racconto di fluire attraverso i secoli, guidando lo spettatore fino all’inevitabile conclusione: la resa dei sardi alla conquista spagnola e la perdita della libertà. Tuttavia, la storia dell’eroica resistenza del popolo sardo verrà comunque tramandata ai posteri grazie al racconto teatrale, in cui attori e pubblico diventano essi stessi “custodi del tempo”.

Lo spettacolo non si limita a rappresentare una semplice cronaca storica, ma vuole offrire un momento di riflessione sul presente. Come sottolineato da Giovanni Carroni, l’obiettivo della compagnia Bocheteatro è quello di investire il pubblico del ruolo di custodi del tempo, invitandolo a interrogarsi sul proprio passato e su come questo possa influenzare il futuro. Per maggiori informazioni sulla compagnia, è possibile visitare il sito ufficiale di Bocheteatro o la pagina dedicata agli eventi culturali del Comune di Nuoro.

About Federica Cardia

Studentessa in beni culturali, cuoca e mamma a tempo pieno. Dopo il diploma come tecnico per il turismo e svariati anni alla ricerca dell'occupazione che più mi si addice, tra cucine, pulizie, e corse in motorino per consegnare raccomandate, ho varcato anche la soglia dell' università alla veneranda età di quasi 30 anni. Fuori corso a causa di diverse vissicitudini, la migliore la mia bambina di 8 mesi, Dafne. Ora giunta quasi alla fine di questo percorso formativo, sarò qui presente per qualche tempo a scrivere per voi.

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