
Abbiamo intervistato Vanni Fois, che ha recitato nel cortometraggio “Quello che è mio” di Gianni Cesaraccio, premiato dal pubblico al Festival del Cinema Italiano di Malaga
Vanni Fois è un attore cagliaritano che, da diversi anni, sta raccogliendo sempre più riconoscimenti, in Italia e all’estero. Ultimamente, ha recitato nel cortometraggio “Quello che è mio”, diretto da Gianni Cesaraccio. Si tratta di un film di denuncia, ancora più attuale per via degli ultimi avvenimenti in Europa e nel mondo. Il corto ha ricevuto il Premio del Pubblico al Festival del Cinema Italiano. Il festival si è svolto nella città spagnola di Malaga. Si sta lavorando per creare anche un lungometraggio da questa storia.
Ai nostri microfoni, Fois ci ha raccontato i suoi esordi, la sua carriera come attore di cinema, televisione e teatro e il suo rapporto con i registi sardi e italiani che ha conosciuto. Ci ha anche spiegato di come è stato realizzato il cortometraggio e ci ha narrato qualche aneddoto legato alle riprese e alle difficoltà che ha dovuto affrontare. Infine, ci ha dato un parere sul cinema sardo contemporaneo e sul cinema italiano, che in questi anni sta riprendendo vigore ma che, secondo lui, è prodotto con più fretta di raggiungere il pubblico.
Vanni Fois ha esordito con Marco Bellocchio in “La visione del sabba” nel 1988; da quel momento, ha sempre lavorato come attore per il cinema e, sporadicamente, per la televisione e il teatro. Ha recitato in circa un centinaio di produzioni. Il suo nome compare in opere sarde, come “La destinazione” di Piero Sanna e “Il figlio di Bakunin” di Salvatore Mereu, e in film italiani, sia impegnati come “Ilaria Alpi – Il più crudele dei giorni” di Ferdinando Vicentini, che più leggeri come “Così è la vita” del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo.