L’Università di Sassari e il Comune di Stintino hanno firmato una convenzione per studiare il sito di Nuraghe Casteddu
Nuraghe Casteddu è un sito archeologico ubicato nel territorio di Stintino, nelle vicinanze della frazione di Pozzo San Nicola, in località Monte Casteddu. L’area è conosciuta da diverso tempo, ma potrebbe avere un valore storico e archeologico ben maggiore di quanto si sia pensato.
Ora l’amministrazione comunale di Stintino ha rotto gli indugi e nell’ultimo Consiglio ha approvato una convenzione con il dipartimento di Storia, Scienze dell’uomo e della Formazione dell’Uniss. Il fine è di ottenere i dati necessari per l’acquisizione dei restanti terreni su cui si estende il giacimento, per programmare con gli Enti preposti alla tutela futuri interventi di scavo e valorizzazione del sito.
Il team di ricerca sarà guidato dalla docente Elisabetta Garau, esperta di archeologia dei paesaggi. La studiosa si avvarrà della collaborazione di studenti e specializzandi dei corsi di Archeologia dell’università.
Nuraghe Casteddu
Il nome del sito nuragico Casteddu comparì per la prima volta alla fine del 1800, all’interno della “Carta archeologica della Nurra”, realizzata da Filippo Nissardi che inserì cartograficamente tutti i monumenti preistorici e protostorici della regione storica della Nurra. Tuttavia per circa un secolo, del nuraghe Casteddu si persero totalmente le tracce, anche se in realtà il monumento era ben conosciuto dagli abitanti del luogo. Fu nei primi anni ’90 del secolo scorso, in seguito ad una segnalazione su un tentativo di scavo clandestino, che la zona archeologica venne ufficialmente segnalata agli organi di tutela. La prima studiosa che la menzionò fu l’archeologa portotorrese Elisabetta Alba, nel corso di un convegno di studi del 2010 dal titolo “Stintino tra terra e mare”.
Un’area di grande importanza
Nel 2012, durante le procedure per l’approvazione del Puc, l’amministrazione comunale di allora acquistò una porzione di terreno nel quale sul piano di campagna insistevano tre filari. Tutti appartenenti alla torre del mastio, circondato dalle strutture murarie ad andamento circolare e rettilineo. Molto probabilmente riconducibili ad un nuraghe di tipo complesso. Gli studi successivi condotti nella tesi di laurea da Marta Diana, attuale assessora della Giunta comunale di Stintino, rivelarono che il sito era molto più esteso rispetto alle valutazioni preliminari. Inoltre abbracciava un arco cronologico compreso tra il Bronzo Medio e l’inizio dell’Alto medioevo, con tracce di sporadiche frequentazioni anche in età successiva. Nelle ultime indagini svolte a febbraio 2022 venne anche individuata una probabile area insediativa con necropoli di età romana.
Vista l’importanza dell’intera area, si è stipulata la Convenzione dell’amministrazione comunale di Stintino con l’università, anche per preservare l’intera zona da eventuali speculazioni energetiche.