Una recente scoperta scientifica ha gettato nuova luce sul mistero del “blu mirtillo”, aprendo la strada a nuove possibilità nel campo dei coloranti bio
Lo studio, condotto da ricercatori della School of Biological Sciences di Bristol e pubblicato su “Science Advances“, ha rivelato che il colore blu dei mirtilli non deriva dai pigmenti presenti nella loro buccia, come ci si potrebbe aspettare, ma è invece il risultato di mini-strutture cristalline presenti nel sottilissimo strato di cera che li riveste.
Enorme rilevanza
Secondo Rox Middleton, una delle autrici dello studio, questa scoperta è di particolare rilevanza in quanto potrebbe portare alla creazione di nuovi coloranti bio, ispirati alla natura e addirittura commestibili. Il team di ricerca è riuscito a ricreare un rivestimento blu-ultrasottile, dello spessore di circa 2 micron, utilizzando la cera dei mirtilli e dimostrando così il potenziale di questa tecnologia.
L’obiettivo ora è trovare tecniche più semplici per produrre e utilizzare il “blu mirtillo” in applicazioni pratiche. Middleton sottolinea l’emozione nel scoprire questo meccanismo di colorazione finora sconosciuto, e l’entusiasmo nel poter ricreare quel colore in un rivestimento blu nuovo e innovativo.
Conclusioni interessanti
Questa scoperta non solo fornisce una spiegazione scientifica al fenomeno del “blu mirtillo“, ma apre anche la strada a nuove opportunità nel campo dei materiali ingegnerizzati artificialmente. Lo scopo è riuscire a riprodurre tutte le funzionalità della cera naturale dei frutti in materiali ingegnerizzati artificialmente.
In definitiva, questa ricerca offre una prospettiva affascinante su come la natura possa ispirare l’innovazione tecnologica e la creazione di materiali sostenibili e biocompatibili.