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Studio Cnr-Irpps sulla condizione degli adolescenti

Studio Cnr-Irpps: L’allarme sui pensieri suicidi tra gli adolescenti italiani. Dinamiche sociali e urgenza di interventi nelle scuole

Un recente studio condotto dal gruppo di ricerca MUSA del Cnr-Irpps ha gettato luce sui preoccupanti livelli di pensieri suicidi tra gli adolescenti italiani. Lo studio ha rivelato che circa la metà di loro ha sperimentato almeno una volta tali pensieri. I risultati, pubblicati sulla rivista Scientific Reports di Nature, sottolineano che i disagi psicologici, sebbene presenti, non sono l’origine primaria del problema. Piuttosto, sono le dinamiche di interazione sociale e specifiche caratteristiche socio-demografiche a giocare un ruolo chiave.

Il 44,9% degli adolescenti italiani ha confessato di aver affrontato pensieri suicidi almeno una volta. Il 23,2% che li ha sperimentati una volta e il 21,7% più di una volta. Le ragazze risultano essere più inclini a tali pensieri rispetto ai ragazzi. Un dato attribuito all’influenza di norme sociali di genere e alla pressione di modelli estetici che compromettono la soddisfazione corporea e l’autostima.

L’analisi dei dati ha rivelato una forte correlazione tra il pensiero suicida e vari fattori socio-demografici. Le regioni settentrionali del Paese, gli studenti con cittadinanza straniera, coloro che frequentano istituti tecnici, i non credenti e coloro con un background familiare economico basso mostrano una maggiore propensione ai pensieri suicidi. Tuttavia, la ricerca evidenzia che il problema ha radici profonde nelle dinamiche sociali. Il rischio di comportamenti suicidari è più elevato tra coloro che vivono in regioni del Nord, dove le interazioni sociali risultano spesso meno forti rispetto al Centro-Sud.

L’iperconnessione, l’insoddisfazione corporea, il coinvolgimento come vittime di bullismo e cyberbullismo sono stati i fattori chiave nel deterioramento dell’interazione sociale. Tutti questi fattori portano a problemi di salute mentale come ansia, depressione e bassa autostima, elementi fondamentali per lo sviluppo di pensieri suicidi.

Il credo religioso è emerso come un fattore protettivo, poiché è correlato allo spirito di comunità e alle reti sociali di sostegno. Al contrario, l’assenza o la scarsità di relazioni sociali di qualità è stata identificata come un fattore determinante nei pensieri suicidi, specialmente tra gli studenti liceali.

Considerando l’impatto della pandemia di Covid-19 sulla salute mentale degli adolescenti e la trasposizione delle interazioni sociali nel mondo virtuale, gli autori sottolineano l’urgente necessità di interventi mirati nelle scuole. La ricerca mette in evidenza il ruolo cruciale delle istituzioni scolastiche nel sostegno al benessere relazionale giovanile. Sottolinea inoltre la necessità di interventi mirati fin dalle scuole primarie. C’è la necessità di coinvolgere insegnanti e genitori per affrontare tematiche cruciali come l’iperconnessione, la violenza relazionale e la costruzione di relazioni sane e soddisfacenti.

About Enrico Atzeni

Nato a Cagliari nel 1995. Laureato in Scienze Politiche, attualmente iscritto al Corso di Relazioni Internazionali presso l'Università degli Studi di Cagliari. Appassionato di sport, cultura giapponese, videogiochi e animazione.

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