Parco Asinara

Asinara, nuova luce sulla vicenda dei campi di isolamento del 1915

Il 21 nella sede dell’Ente parco i risultati delle indagini dell’Università

Dal progetto d’indagine con capofila l’Università di Sassari, sono emerse nuove informazioni sui campi di isolamento sanitario dell’isola dell’Asinara risalenti alla Prima guerra mondiale. Recentemente ci sono stati tanti studi che hanno descritto delle pagine drammatiche di quel periodo e venerdì 21 luglio si terrà un nuovo, atteso incontro nella sede dell’Ente Parco.

L’occasione è offerta da una recente campagna di scavi archeologici e di studi coordinata da Marco Milanese: le indagini archeologiche sono giunte alla terza annualità e si sono particolarmente concentrate nel campo di prigionia di Stretti, con operazioni di diagnostica non invasiva, finalizzate alla programmazione per il prossimo anno di uno scavo estensivo. La novità delle ricerche appena concluse è anche rappresentata dalle indagini subacquee, condotte con il supporto di archeologi tedeschi di Koblenz, nelle aree prospicienti alcuni dei campi di prigionia, che hanno permesso di individuare strutture e reperti sommersi riferibili all’attività dei suddetti campi.

L’isola è stata interessata nel 1885 dall’istituzione nell’area di La Reale di una stazione sanitaria internazionale di quarantena che, durante la guerra, fu teatro di una terribile tragedia. La Sardegna diventò un campo di concentramento per migliaia di prigionieri austro-ungarici. In poche settimane arrivarono 24mila soldati, trasportati da 20 piroscafi, malati principalmente di dissenteria, tifo e colera, affamati e debilitati, sopravvissuti alla “marcia della morte” attraverso i Balcani.

Un tormentato percorso di 700 km da Nish a Valona, tra neve e fango, che coinvolse soldati, civili e prigionieri. L’Italia si fece carico di questa vicenda umanitaria e tra dicembre 1915 e metà gennaio 1916, effettuò il trasferimento dei prigionieri l’Asinara, dove campi localizzati tra Fornelli e La Reale li accolsero. Purtroppo 7mila di loro morirono sull’isola. I loro resti riposano all’interno dell’ossario di Campu Perdu.

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