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Giornata mondiale dell’Ambiente

Nella Giornata Mondiale dell’Ambiente, il Wwf lancia l’allarme sulla situazione in cui si trova l’Italia dal punto di vista dell’inquinamento da rifiuti plastici e chiede al governo un intervento serio e incisivo.

Ogni anno il 5 giugno si celebra la Giornata mondiale dell’Ambiente, una festività proclamata nel 1972 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La Giornata mondiale dell’Ambiente celebrata il 5 giugno a partire dal 1974 con lo slogan Only One Earth, una sola Terra.

Ha lo scopo di sensibilizzare il pubblico, con la partecipazione di oltre 143 paesi ogni anno, attraverso un forum per aziende, organizzazioni non governative, comunità, governi e celebrità per sostenere le cause ambientali.

Oggi il WWF pubblica il nuovo rapporto “Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire”.  L’inquinamento della plastica in natura ha superato il limite planetario oltre il quale non c’è la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita. Ogni anno si registrano fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica in mare e altrettanti rifiuti che si depositano sulla terra.

A causa di una produzione in costante crescita, la plastica ha tassi di riciclo inferiori al 10% a livello globale. Entro il 2050 la quantità totale di plastica prodotta potrebbe triplicare. 12 miliardi di tonnellate di plastica potrebbero finire in natura. Se dovesse accadere questo, tra 30 anni nel mare ci potrebbero essere più plastiche che pesci. La produzione di plastica è responsabile di circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra. Questa percentuale potrebbe aumentare fino al 4,5% entro il 2060, se le tendenze attuali continueranno senza controllo.

L’Italia è tra i Paesi che inquinano maggiormente tra quelli che si affacciano sul Mediterraneo. In Italia ogni anno gettiamo 4mila tonnellate di plastica. Wwf afferma “vi è un quantitativo importante di plastica che attualmente non viene riciclato e non contribuisce a creare nuovi oggetti”. Il Wwf che chiede al governo di estendere la raccolta differenziata ai prodotti in plastica di largo consumo. La soluzione secondo l’Ong è l’economia circolare e serve agire sui primi tre livelli della scala gerarchica dei rifiuti: la prevenzione, il riuso e il riciclo.

About Chiara Gattor

Studentessa di Scienze della Comunicazione Cagliari. Appassionata di musica, sport e cinema.

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