L’artista sarda si è esibita all’Istituto italiano di cultura di Buenos Aires, una proposta assolutamente inedita per queste latitudini.
Marcella Carboni, musicista, compositrice e docente di origine sarda aveva avvisato il nutrito pubblico accorso all’invito dell’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires a partecipare ad una proposta assolutamente inedita per queste latitudini.
“Questa non è un’arpa”, aveva detto.
E ha mantenuto la parola.
Il sound della sua arpa jazz esce completamente dai canoni classici dello strumento. L’uso di bassi ostinati e di un ‘comping’ di tipo pianistico, riesce a trasformarla in una vera e propria band al servizio di un’improvvisatrice virtuosa, audace e moderna.
L’arpista di origini sarde ha eseguito un repertorio che ha spaziato dai classici standard jazz alle composizioni di jazzisti italiani contemporanei come Enrico Pieranunzi, Paolino Dalla Porta e Furio di Castri.
Ma è con le sue composizioni originali che sono emerse appieno le potenzialità e l’originalità dell’arpa come strumento jazz.
Come nel titolo del concerto e nel pieno rispetto dello spirito del jazz, l’arpa di Carboni riesce a tessere “Trame” capaci di rompere barriere ed etichette unendo suoni, melodie e armonie in modo innovativo.
Marcella Carboni è Arpista, compositrice, improvvisatrice e didatta. Il jazz contemporaneo di Marcella Carboni è fatto di suono puro ed elettronica, scrittura e improvvisazione. Oltre alle tappe formative tradizionali, dal diploma in arpa classica alla laurea in jazz, e allo studio della composizione, sono le collaborazioni artistiche a indirizzare da subito la sua strada. Nomi di punta della scena europea come Bruno Tommaso, Rosario Giuliani ed Enrico Intra hanno voluto lavorare con lei, spesso scrivendo composizioni pensate per il suo strumento o affidandole alcune delle proprie pagine, come è successo con un gigante del jazz come Enrico Pieranunzi.