Passaggi D'Autore 2024

Giornata della legalità, martedì 23 maggio

Trentuno anni dopo la strage di Capaci

1992: la mafia uccide barbaramente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due magistrati più attivi nella lotta a Cosa Nostra. Nella strage di Capaci muoiono insieme a Falcone anche la moglie (Francesca Morvillo) e i tre uomini della sua scorta (Rocco Di Cillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro); nella strage di Via D’Amelio a Palermo perdono la vita col Borsellino i cinque uomini della sua scorta (Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina). Insieme a loro si ricordano però anche tutti coloro che alla lotta per la legalità hanno dato la vita, ricordandoci la necessità di combattere per essa, ogni giorno, in tutta Italia.

23 maggio 1992, nel tragitto da Punta Raisi a Palermo, all’altezza dello svincolo autostradale di Capaci, una esplosione di inaudita potenza investe la Fiat Croma blindata su cui viaggia il giudice Giovanni Falcone e le due auto della scorta. Falcone è, insieme a Borsellino, il simbolo della lotta dello Stato alla mafia, esemplificata dal maxiprocesso, che mette alla sbarra i più importanti boss di Cosa Nostra e termina, il 16 dicembre 1987, con la condanna per 360 dei 475 imputati. Nell’esplosione, perdono la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro.

Strage di via D’Amelio

“Chi ha paura muore ogni giorno. Chi non ha paura muore una volta sola”. Anche queste parole fanno parte dell’ eredità lasciata agli italiani, da un eroe dello Stato che ha dato la vita nella lotta alla mafia: il magistrato Paolo Borsellino, strappato alla vita, in un attentato, a 57 giorni dalla strage di Capaci, nella quale perse la vita il suo collega e amico, Giovanni Falcone, insieme alla moglie e agli agenti della scorta. Il 19 luglio 1992, nel pomeriggio, un boato risuona in via D’Amelio, a Palermo: è l’esplosione di un’autobomba con 50 chili di tritolo che uccide, con il giudice del pool anti mafia, cinque uomini della scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina.

L’Italia della Repubblica, la lotta alla mafia

La lotta dello Stato alla mafia ha radici lontane. La prima commissione parlamentare antimafia nasce nel 1962. È il 1992 quando le stragi di Capaci e via d’Amelio fanno piombare il paese in un dramma che sembra senza uscita. Gli eccidi in cui perdono la vita Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo, e poi Paolo Borsellino, con i loro agenti di scorta, scuotono il paese da un torpore lungo anni e rappresentano uno spartiacque della storia italiana. Lo racconta questa puntata della serie “L’Italia della Repubblica”, introdotta da Paolo Mieli. Ospite in studio il Presidente del Senato Pietro Grasso, magistrato fin dai primi anni 70, poi giudice a latere nel Maxiprocesso, Procuratore di Palermo e Procuratore Nazionale Antimafia. Intervengono inoltre gli storici Salvatore Lupo e Isaia Sales e il giornalista Francesco La Licata.

About Andrea Marcia

Studente di Scienze della Comunicazione, cinefilo impenitente e aspirante compositore.

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