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Ciak, Carbonia ospiterà tre set

Ciak, si gira: Carbonia si appresta a (ri)diventare set cinematografico

Lo era già stato 25 anni fa con “Il figlio di Bakunin” di Gianfranco Cabiddu, lo sarà tra a breve per tre produzioni: due film (di cui uno ha il marchio statunitense) e un documentario storico.

Progetti futuri

Si sono appena spenti i riflettori sull’ultima edizione del “Carbonia Film Festival“, che ha portato in città la regista Claire Simone e l’attore ora icona degli adolescenti, Massimiliano Caiazzo, che si profilano già nuove sfide. A Carbonia esiste già da anni la Fabbrica del Cinema, gestita dalla società Umanitaria, artefice del festival: «È una delle risorse del nostro territorio e della sua storia – afferma Paolo Serra, dirigente del Centro servizi culturali dell’Umanitaria – che due produzioni hanno deciso di girare qui due lavori, di cui una è una casa minore americana che ha posto il focus su Carbonia da almeno un anno: si deve anche all’azione propulsiva della nostra Fabbrica del Cinema e del festival».

Mistero su attori e sceneggiatura

Top secret su attori e sceneggiatura, ma la storia dovrebbe riguardare l’ambito minerario. Regista e produttori hanno già compiuto sopralluoghi. Senza dubbio, invece, riguarda le cernitrici (le donne che selezionavano il carbone appena estratto) un documentario a sua volta in lavorazione.

Una terza produzione (forse incentrata sui movimenti sindacali degli anni Settanta) vede dietro la cinepresa due registi sardi: possibile inizio delle riprese fra fine estate e l’autunno. L’indotto Tutto ciò significa alimentare l’indotto. Certo, i numeri della quattro giorni di festival sono importanti, confortanti (circa cento spettatori a serata, col boom prevedibile per Massimiliano Caiazzo) ma non paragonabili ad altri eventi che muovono milioni di euro.

«Ma la strada è questa – analizza Roberto Ghessa, direttore del Lu’ Hotel – abbiamo ospitato una ventina di persone giunte appositamente per assistere a questo festival e si sono trattenute prima e dopo l’evento: sono questi i contesti che permettono di far lavorare il sistema che ruota attorno».

Hanno lavorato le piccole medie strutture ricettive, come l’hotel Aquarius di via Sardegna: «Abbiamo avuto la giuria del festival occupando quasi tutte le camere e non è poco per essere lontani dalla stagione estiva – rivela Luca Riello, il titolare – erano tutti giovani, brillanti e desiderosi di tornare a Carbonia».

Lo hanno ripromesso anche alcuni giovani registi in erba che domenica mattina hanno preso parte, con altri 50 escursionisti, alla passeggiata ecologica che il “”Carbonia film festival” ha organizzato dalla Grande Miniera al nuraghe Sirai. «In un momento di difficoltà del territorio – asserisce l’assessore al Patrimonio culturale Giorgia Meli – sulla cultura si investe senza esitare>.

Sperando nel ritorno turistico: «Per la prima opera da girare in autunno – accenna l’assessore al Turismo Michele Stivaletta – sono attese 50 persone: stiamo lavorando affinché le produzioni trovino a Carbonia un clima di collaborazione: veicolano l’immagine della città».

About Andrea Marcia

Studente di Scienze della Comunicazione, cinefilo impenitente e aspirante compositore.

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