Il caro prezzi che ha investito l’Italia presto potrebbe essere soggetto a controlli a tappeto della guardia di finanza per evitare speculazioni.
Secondo quanto riporta il Messaggero l’ipotesi è sul tavolo e i blitz potrebbero iniziare dopo la riunione della Commissione di allerta rapida convocata giovedì per analizzare la dinamica del prezzo della pasta. E’ stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a dare mandato al Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, di riunire i rappresentanti delle amministrazioni, dalle autorità competenti e dalle associazioni di categoria e dei consumatori.
Un simile intervento delle Fiamme gialle era già stato deciso per contrastare la speculazione legata ai prezzi della benzina. L’emergenza ora riguarda gran parte dei beni di consumo, a partire proprio dalla pasta, che nel mese di marzo ha fatto registrare un aumento del 17,5% rispetto al 2022 in un contesto caratterizzato dalla riduzione del prezzo della materia prima e dalle dinamiche variabili dei costi dell’energia e degli altri fattori di produzione.
Un’anomalia su cui è bene fare chiarezza
La situazione vede “un’anomalia su cui bisogna fare chiarezza” secondo la Coldiretti. Ricorda come il grano duro per la pasta, pagato in Italia circa 36 centesimi al chilo a un valore che non copre i costi di produzione, inferiore di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il prezzo della pasta ha subito un aumento di circa il doppio dell’inflazione. La convocazione della Commissione, dice al Messaggero il presidente Ettore Prandini, “è importante per individuare eventuali pratiche sleali e speculazioni sulle quali possa indagare al più presto la Guardia di finanza a garanzia degli agricoltori e dei consumatori”.