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Sondaggio. Quanto occorre per incentivare la natalità.

Natalità, il sondaggio: i numeri concepiti dall’esito delle interviste

La “Società di diagnosi parentale e medicina materno fetale” ha condotto un sondaggio sottoposto a 425 campioni

Non servono meccanismi fiscali o sostegni complessi: per fare un figlio le coppie vorrebbero avere un’entrata mensile tra i 500 e i 1.000 euro al mese, secondo il reddito, almeno fino al termine della scuola primaria del bambino. E’ quanto emerge da un sondaggio sottoposto a 425 persone, 270 donne in età fertile e 155 coppie durante consulenze cliniche ginecologiche da gennaio ad oggi.

L’indagine – realizzata dalla Società di diagnosi prenatale e medicina materno fetale – chiedeva alle persone coinvolte quali tra bonus vigenti, detassazione, rafforzamento degli attuali sostegni sociali. In aggiunta un contributo di 500-1.000 euro a figlio. Secondo il sondaggio, i bonus vigenti sono stati considerati assolutamente insufficienti, come è insufficiente è la detassazione e irrilevanti sono i sostegni sociali.

Quali sarebbero le giuste misure da adottare?

Il contributo di 500-1.000 euro a figlio ha avuto invece il 100% dei consensi. E’ apparso evidente che le giovani coppie hanno le idee chiare su cosa permetterebbe loro di decidere di mettere al mondo un bambino. Quello che occorre è un sostegno economico serio per ogni figlio, come spiega Claudio Giorlandino, ginecologo e presidente della Società di diagnosi prenatale e medicina materno fetale.

Invece di erogare euro a pioggia, sostiene Giorlandino, “si dovrebbero sostenere con denaro nelle tasche per ogni figlio quelle 50/100.000 coppie che, per oggettivi limiti reddituali, non si possono permettere un bambino. I figli sono una ricchezza, oltre a garantire il futuro muovono l’economia. Si comincerebbero a vedere, di nuovo, per le vie le pubblicità dei prodotti dell’infanzia che stanno scomparendo, sostituite da una pletora di cartelloni gallows humor, macabri ed imbarazzanti richiami per agenzie di pompe funebri”.

Giorlandino invita a “non dimenticare che nascono solo 300.000 italiani a fronte di circa 800.000 decessi: stiamo perdendo oltre 500.000 connazionali all’anno. Tra pochi decenni non ci saranno più italiani. Si perderà quel meraviglioso popolo che, da oltre 2.000 anni, è un faro di civiltà, cultura e progresso per tutta lìumanità. Qui non si tratta di evocare una complottistica ‘sostituzione etnica’ – conclude – ma è evidente che stiamo scomparendo”.

About Walter Zedda

Walter Zedda, 36 anni, Monserrato (CA). Dopo aver conseguito il diploma in ragioneria presso l' ITC Leonardo da Vinci nel 2008, dedico diversi anni al mondo del lavoro. Spaziando dal settore commerciale, dello sport e dell'intrattenimento fino a quello dell'assistenza socio- sanitaria, ho modo di arricchire le mie competenze umane e professionali, nonché di accedere ad una quantità di conoscenze che mi consente di osservare la società con uno sguardo ampio. Nel 2014 maturo dal punto di vista professionale ma, non ancora appagato dalle scelte fatte, decido di intraprendere la carriera universitaria nel ramo della politica, settore che amo profondamente e nel quale mi cimento da attivista. La mia esperienza nel settore è arricchita da due candidature al consiglio comunale di Cagliari. Mi laureo in corso e a pieni voti presso la facoltà di Scienze politiche (Unica) con la specifica in Relazioni Internazionali. Nel 2022 scelgo una magistrale di nuova attivazione: SIC - Innovazione Sociale e Comunicazione. Questa mi da modo di arricchire ulteriormente il mio background culturale e soprattutto di definire e regolare meglio una mia caratteristica innata: la loquacità. Attualmente collaboro con "Radio Unica" da tirocinante, scrivo per la testata giornalistica "Football news 24" e curo l'obbiettivo "Sviluppo e Comunicazione" presso il Comitato di Cagliari della "Croce Rossa Italiana".

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