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Le Quattro Stagioni ph. Salvatore Abrescia medium2

Le Quattro Stagioni della Compagnia Opus Ballet a Tempio

Sulla nota melodia de “Le Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi balla COB / Compagnia Opus Ballet diretta da Rosanna Brocanello. La creazione della coreografa è affidata alla francese Aurelie Mounier, che si ispira proprio alla musica del compositore veneziano.

Un poetico racconto per quadri sul ciclo della natura in cartellone giovedì 13 aprile alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania, venerdì 14 aprile alle 21 al Teatro Civico di Alghero, sabato 15 aprile alle 21 al Teatro Comunale di San Gavino Monreale e infine domenica 16 aprile alle 21 al Teatro Centrale di Carbonia sotto le insegne della Stagione 2022-2023 de La Grande Danza firmata CeDAC Sardegna.

La metamorfosi della natura

I danzatori che animeranno la scena sono: Giuliana Bonaffini, Aura Calarco, Emiliano Candiago, Ginevra Gioli, Gaia Mondini, Riccardo Papa e Frederic Zoungla interpretano le intriganti geometrie di corpi in movimento che restituiscono le atmosfere idilliache e sospese, ma anche energiche e pulsanti di vita.

Le metamorfosi della natura corrispondono in parte alle diverse fasi dell’esistenza umana, dalla dolcezza dell’infanzia allo splendore della giovinezza, poi la pienezza della maturità e infine il tempo della vecchiaia, che si perpetuano attraverso le generazioni: ne “Le Quattro Stagioni” danza e musica si fondono per mostrare la brevità e caducità di tutte le creature, ma anche l’imperitura bellezza e l’armonia del cosmo. Le potenti suggestioni della musica di Antonio Vivaldi, con pagine dense di rimandi all’ambiente agropastorale, tra echi dei boschi e della campagna, voci d’uccelli e fruscii del vento, antichi riti e feste, si riverberano sulle sequenze danzate, dettando metriche e accenti, in un sapiente alternarsi di situazioni quasi intimistiche, soavi e struggenti e altre più movimentate, come un improvviso temporale estivo e l’incalzare di una caccia.

Le parole di Silvia Poletti

Ne “Le Quattro Stagioni” di Aurelie Mounier – con i costumi di Beatrice Laurora, Isabella Fumagalli e Maia Sikharulidze , la consulenza artistica di Laura Pulin e la direzione tecnica di Laura De Bernardis – danza e musica s’intrecciano per evocare le metamorfosi del paesaggio, sulla falsariga dei quattro celebri concerti per violino con quartetto d’archi e basso continuo da “Il cimento dell’armonia e dell’inventione”: uno spettacolo intrigante tra passaggi virtuosistici, delicate melodie e esplosioni ritmiche e sonore, dove la coreografa sposa meraviglie barocche e sensibilità contemporanea per proporre una moderna riflessione sul dialogo tra uomo e natura.

La critica di danza Silvia Poletti scrive: «Coreografare il passo del tempo e il mutare delle stagioni, della natura e della vita dell’uomo, proprio ora che stiamo riemergendo con fatica e cautela dalla pandemia, ha un sapore insieme presago e propiziatorio. Presago perché, inconsapevolmente, la scelta di creare un nuovo spettacolo di danza su Le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi è stata fatta dall’autrice Aurelie Mounier qualche mese prima dell’improvviso lockdown mondiale, ma già in esso serpeggia, come si vedrà, un sottile senso di disagio e inquietudine. Propiziatorio, però, anche del desiderio di riappropriarci della bellezza, della vitalità, dell’emozione – espresse dalla fusione tra musica e danza, celebrate finalmente dal vivo grazie all’ariosa danza di COB Compagnia Opus Ballet».

L’unione del ballo e della musica

“Le Quattro Stagioni” di Aurelie Mounier per COB / Compagnia Opus Ballet trae spunto dalla serie dei quattro famosi concerti di Antonio Vivaldi, paragonabile a «un grande polittico rinascimentale» ma anche a «una vera e propria immensa sceneggiatura cinematografica», come si legge nelle note di presentazione: «gli elementi che la compongono concorrono a farci meditare, nella loro narrazione, sul rapporto tra la natura, l’uomo e il tempo. Prendono così forma nel nostro pensiero le piante, gli animali, il vento, i sassi… e nella straordinaria sequenza vivaldiana gli uccelli, l’acqua, i pastori, le danze, il caldo, il freddo… le quattro stagioni». Un’affascinante rappresentazione della natura, «che si manifesta nelle varie forme, dorme e si risveglia, muore e rinasce come la fenice, come un respiro in quattro tempi pari a un metronomo».

La creazione di Aurelie Mounier, come la musica di Vivaldi, pone il risalto lo scorrere delle ore e dei minuti, come dei secoli e dei millenni: «Il tempo determina non solo il ciclo continuo della natura ma anche la durata della vita dell’uomo che comunque sempre sorprende» – ancora dalla presentazione –. «Così tutti gli elementi naturali vivono di una loro unicità come gli strumenti musicali. In questo panorama svetta l’albero come elemento di massima importanza, così come l’albero “genealogico” lo è per la vita dell’uomo».

E per concludere: «In questo viaggio “armonico” Antonio Vivaldi ci accompagna nelle radici del suo tempo attraverso la “natura” che dette a lui immensa notorietà confermandolo come espressione genuina e rappresentativa della civiltà musicale veneziana, così come Pietro Longhi lo fu per pittura».

About Stefania Fanni

Ciao! Sono Stefania e studio scienze della comunicazione. Mi piace perdermi tra le pagine di un libro o in qualche sala cinematrografica. Il mio unico vero amore rimane comunque il disegno e sogno di diventare un'artista.

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