
Su Unica Radio parliamo con Mauro Tuzzolino che aiuta i giovani a trovare il riscatto sociale diventando chef grazie a corsi dell’Accademia del Buongusto.
Oggi su Unica Radio parliamo con Mauro Tuzzolino, direttore e fondatore dell’Accademia del Buongusto di Cagliari che insieme allo Chef William Pitzalis aiutano i giovani a trovare il riscatto sociale diventando chef.
L’obiettivo dell’Accademia del Buongusto è di offrire occasione di riscatto sociale ai giovani più vulnerabili, dunque intanto vale la pena spendere un paio di parole sul progetto Accademia del Buongusto sulla base di una già triennale esperienza che si è fatta soprattutto nel quartiere di Sant’Elia. Grazie all’assessorato delle politiche sociali del Comune di Quartu si è proposto un progetto formativo di riscatto sociale che si sa è un processo lungo e complesso che parte da una presa di coscienza. In questi mesi i 19 partecipanti si sono messi alla prova.
Un corso di cucina come occasione di lavoro ma anche di riscatto sociale. Dopo cinque mesi di lezioni di teoria e pratica la “comunità del buongusto” di Quartu “sforna” i primi futuri chef: 19 giovani e meno giovani residenti in città che hanno partecipato al progetto di coesione sociale finanziato dal Comune, e promosso dall’Accademia del Buongusto di Cagliari insieme alla Fondazione Giulini.
La persona se lavora trova una forma di riscatto rispetto a un vissuto precedente, per queste persone innanzitutto bisogna ricordare l’importante lavoro che hanno fatto gli uffici dei servizi sociali, diretti dottoressa Cordeddu del Comune di Quartu. Queste persone sono state individuate dai servizi sociali e hanno avuto l’occasione di incontrare il mondo della cucina nelle persone di alcuni degli chef più rinomati della nostra regione. Quindi il riscatto diventa per forza di cose risocializzazione. Un progetto più ampio che si chiama progetto di coesione sociale che è portata avanti in maniera brillante dal servizio politiche sociali del il Comune di Quartu e fa parte di quel processo di autoconsapevolezza.
La cucina è proprio un vero team
Stare in una cucina significa stare in un ambiente complesso condividere uno spazio ristretto. La cucina ti offre la possibilità di acquisire conoscenze teoriche e di acquisire quel senso di responsabilità che è necessario ma soprattutto di mettere alla prova la capacità di metterti in gioco. Quindi il lavoro è l’elemento a questo punto centrale della risocializzazione. La cucina è proprio un vero team, è una piccola squadra in cui ogni tassello deve rispondere alle regole precise e questo mette in moto un bel meccanismo di solidarietà quindi il lavoro diventa veramente un’occasione per rimettere in moto se stessi nella relazione con gli altri.
Un progetto per il riscatto sociale
Il percorso di formazione è partito a novembre dello scorso anno: prima le lezioni teoriche nell’ex Convento dei Cappuccini, per poi passare alla pratica nei fornelli della scuola di cucina professionale ospitata nel Lazzaretto di Cagliari, nata nel 2021 proprio con l’obiettivo di offrire occasioni di riscatto sociale ai giovani più vulnerabili. La stessa missione portata avanti con il progetto quartese: in questi mesi i 19 partecipanti si sono messi alla prova, dalla preparazione di primi piatti alla pasta fresca, sino all’impasto della pizza e all’approfondimento sulle varie tipologie di riso utilizzate in cucina. «Tanti di loro hanno dimostrato entusiasmo sin dalle prime lezioni», dice William Pitzalis, chef e fondatore dell’Accademia del buon gusto, «la speranza è che questa possa essere l’occasione per un inserimento lavorativo». In cattedra gli chef e pizzaioli Toni Porseo, Daniele Cui, AngeloGhiani, Giuseppe Falanga,Marcello Putzu e l’esperta in sicurezza alimentare Daniela Pisu.
L’assessore
Un progetto voluto e finanziato dal settore Servizi sociali del Comune. «La valenza è duplice», commenta l’assessore Marco Camboni, con delega anche alle Politiche generazionali, “il corso ha infatti benefici dal punto di vista dell’inclusione sociale, ma anche anche per quanto riguarda il lato professionalizzante”. L’assessore ha seguito il corso di formazione in prima persona. “Durante il percorso alcuni ragazzi hanno dichiarato di aver riscoperto una passione ormai messa in un angolo a causa di difficoltà personali”, racconta Camboni, “e molti di loro hanno capito che la cucina rappresenta il luogo ideale per affrontare il proprio percorso lavorativo. La possibilità di cimentarsi nelle mansioni necessarie in cucina e, per i più volenterosi, nella preparazione di pasti completi, sono stimoli importanti che possono quindi aprire nuovi scenari futuri”.
L’evento benefico
Il progetto si concluderà con un evento finale in una location particolarmente suggestiva: Sa Dom’e Farra. La storica dimora campidanese, per anni un unicum nel panorama etnografico regionale, sarà infatti la sede della rappresentazione finale del programma, 23 marzo. “L’intenzione è di organizzare in futuro anche altre iniziative per aiutare questo centro”, annuncia Pitzalis, «sempre con il supporto del Comune”.
Ascolta l’intervista a Mauro Tuzzolino