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I sette colli di Cagliari: Monte Claro

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I sette colli di Cagliari: Monte Claro
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L’Eneolitico recente è la fase cronologica che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 2700 ed il 2400 avanti Cristo, e, secondo una datazione più tradizionale, tra il 2400 ed il 2100 avanti Cristo. E’ questo il periodo che interessa la cultura di Monte Claro.

Dall’inizio dell’Eneolitico recente, si sviluppa in Sardegna la Cultura di Monte Claro che prende il nome da una collinetta alla periferia settentrionale di Cagliari. In essa sono state scoperte, per la prima volta, alcune tombe contenenti le sue tipiche produzioni ceramiche, caratterizzate da vasi con decorazione prevalente a solcature più o meno larghe e profonde. I reperti di questa cultura si trovano soprattutto in villaggi all’aperto, anche a carattere sacro ed a carattere difensivo, oltre che in grotte funerarie ed in necropoli di domus de janas. La cultura si diffonde in tutta l’isola, soprattutto nei territori a chiara vocazione agricola, mentre nelle località dell’interno continuano a sopravvivere gli eredi della fase culturale chiamata Sub-Ozieri.

Si tratta nuovamente di una cultura significativa, che si diffonde in tutta l’isola, concentrandosi però soprattutto nei territori a chiara vocazione agricola. Si assiste, infatti, a un deciso intensificarsi dello sfruttamento agricolo del territorio, dato che la popolazione di questa cultura si dedica soprattutto all’agricoltura ed alla pastorizia, oltre che all’estrazione mineraria.

Lo spazio abitativo del villaggio

Le ricerche archeologiche sono state in grado di testimoniare, in questo periodo, l’affermarsi dello spazio abitativo organizzato costituito dal villaggio. Inizia, quindi, la realizzazione di villaggi agricoli, situati per lo più in pianura o su piccole alture difese naturalmente. I villaggi sono costituiti come un aggregato di rozze capanne di forma rotonda o ellitica, oppure quadrangolari con zoccolo in muratura, in ogni caso hanno un’estensione assai limitata.

Soprattutto nell’area del Campidano, continua, comunque, la tradizione più antica, di realizzare le capanne con materiale deperibile, infossandole all’interno del banco roccioso naturale. Tra i villaggi più significativi c’è quello di Corti Beccia, non lontano da Sanluri, nella Marmilla. Si tratta di una area con ben 40 capanne, alcuni silos ed una stalla, ed il vicino insediamento abitativo di Corti de Crà. Resti di capanne della Cultura di Monte Claro si trovano anche in un villaggio in località San Gemiliano, presso Sestu. Si tratta di un agglomerato di circa 60 capanne disposte in file irregolari con base in pietra.

Significativo della Cultura di Monte Claro è anche il villaggio di Monte Olladiri, vicino a Monastir. Al suo interno è stata trovata una statuetta della Dea Madre in marmo, alta dieci centimetri, simile a quella trovata nel villaggio nuragico di Turriga, presso Selegas. In territorio di Oliena, in Provincia di Nuoro, in località Biriai, si trova un villaggio di grandi dimensioni, costruito in un modo che porta a presumere precise scelte urbanistiche, e che è, inoltre, collegato a un’area megalitica. Qui si trovano i 12 menhirs di Biriai, inseriti in un’area interessata anche dalla presenza di un Santuario, ossia un luogo di culto con struttura a terrazzi, tutti ascrivibili alla Cultura di Monte Claro.

La tipologia dei sepolcri usati dalla popolazione della Cultura di Monte Claro

Vi è il riutilizzo di domus de janas realizzate dalle popolazioni precedenti, soprattutto dall cultura Ozieri, l’utilizzo di ciste litiche, di tombe a fossa, e sopravvive ancora la sepoltura in grotta. Continuano ad essere utilizzate come sepolture le necropoli di domus de janas. Le tipologie delle sepolture sono costituite principalmente dagli ipogei a pozzetto centrale, dal quale si dipartono uno o più vani, ed anche schemi più elaborati con tre piccole celle a forno disposte a trifoglio intorno ad un pozzetto centrale, come nella necropoli di Monte Claro ed in quella situata in località Sa Duchessa, a Cagliari.

La più importante è la necropoli ipogeica Su Crucifissu Mannu, a Porto Torres, in Provincia di Sassari, realizzata inizialmente dalla Cultura di Ozieri, dal 4000 al 3200 avanti Cristo e riutilizzata dalle culture successive, soprattutto da quella di Monte Claro. Comprende 22 domus de janas ipogeiche non ancora portate del tutto alla luce, scavate in un bancone calcareo, tutte formate da più camere comunicanti. In essa veivano deposti i resti di numerosi defunti, raccogliendo in piccoli recinti di pietre le ossa lunghe ed i crani. Importante anche la necropoli ipogeica di Noeddale, ad Ossi, anch’essa in Provincia di Sassari, costituita da almeno sei ipogei scavati nel calcare. Nel Sulcis Iglesiente sono le grotte naturali i luoghi di sepoltura privilegiati dalle comunità monte Claro, ma è documentato anche il riuso di grotticelle artificiali.

About Walter Faa

Amante dei rapporti sociali con finalizzazione di aiuto morale

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