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Il tuorlo duovo per preservare i dipinti dei grandi pittori

Il tuorlo d’uovo per preservare i dipinti dei grandi pittori

Da Leonardo a Botticelli, opere immortali grazie al tuorlo d’uovo; protegge i dipinti da umidità e ingiallimento.

 I Maestri della pittura rinascimentale miscelavano i pigmenti con il tuorlo d’uovo. Sandro Botticelli, Leonardo da Vinci e altri maestri del Rinascimento, usavano aggiungere, come legante, il tuorlo d’uovo ai pigmenti per rendere i loro dipinti immortali e superare gli insulti del tempo. Ne parla uno studio internazionale al quale hanno partecipato anche ricercatori italiani dell’Università di Firenze e di Pisa oltre a quelli del Doener Institut di Monaco di Baviera e dell’Istituto di tecnologia di Karlsruhe, Germania,  pubblicato su Nature Communications.

A cinque secoli di distanza la scienza svela perché i grandi maestri del Rinascimento come Leonardo e Botticelli aggiungevano il tuorlo d’uovo nei loro colori ad olio: esperimenti di laboratorio dimostrano infatti che le proteine usate come additivo permettono di proteggere i dipinti dall’ingiallimento, dall’umidità e dalla formazione di crepe durante l’asciugatura.

La scoperta, che potrà aiutare la conservazione delle opere, è pubblicata sulla rivista Nature Communications da un gruppo internazionale di esperti che vede in prima linea l’Università di Pisa, con l’Istituto di Chimica dei Composti Organo Metallici del Cnr e il Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (Instm) di Firenze.

“Finora le indagini scientifiche sui dipinti sono per lo più mirate a identificare i materiali usati dai pittori, ma questo non basta a capire le motivazioni che stanno dietro alla pratica artistica”, dice Ilaria Bonaduce, professore associato al Dipartimento di Chimica e Chimica industriale dell’Università di Pisa, dove da più di 20 anni lavora un gruppo di ricerca dedicato ai beni culturali.

Il comportamento fisico-chimico del tuorlo d’uovo

Stavolta sotto la lente dei ricercatori è finita una pratica in particolare, quella dell’aggiunta del tuorlo d’uovo nella pittura ad olio, che è stata usata da molti celebri pittori: non solo i grandi maestri del Rinascimento italiano, ma anche artisti del calibro di Albrecht Durer, Johannes Vermeer e Rembrandt.

“In laboratorio abbiamo preparato delle pitture con l’aggiunta del tuorlo e le abbiamo stese per studiare il loro comportamento chimico e fisico – racconta Bonaduce – nel tentativo di capire le ragioni che motivavano questa scelta da parte degli artisti”. I risultati delle analisi (condotte con tecniche di reologia, calorimetria a scansione differenziale, termogravimetria e pirolisi analitica accoppiata con la spettrometria di massa) hanno dimostrato che le proteine del tuorlo d’uovo formano un sottile strato che riveste le particelle di pigmento e impedisce l’assorbimento dell’umidità ambientale. Inoltre il tuorlo rende l’impasto dei colori più consistente, evita la formazione di piccole crepe durante l’asciugatura e, con le sue sostanze antiossidanti, previene l’ingiallimento dei pigmenti.

“Ora stiamo continuando a lavorare utilizzando altre tecniche analitiche per indagare la microstruttura, in modo da passare poi allo studio di dipinti celebri”, aggiunge Bonaduce. “Sono già disponibili dei campioni del ‘Compianto sul Cristo morto con i santi Girolamo, Paolo e Pietro‘ di Sandro Botticelli, conservato a Monaco, ma lavoreremo anche su altre opere di Tiziano e del Ghirlandaio”.

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