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Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari

A giugno il laboratorio di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari

Slitta a giugno “Mi sono scritto addosso…” #2 / Laboratorio Teatrale per attori e allievi attori diretto da Gianfranco Berardi (Premio Ubu 2019) e Gabriella Casolari al TsE di Is Mirrionis in via Quintino Sella a Cagliari.

Una serie di quattro avvenimenti per avventurarsi con la realizzazione di un testo originale: «attraverso l’utilizzo di tecniche attoriali e autoriali si affronteranno e analizzeranno le tre fasi fondamentali del processo teatrale: la scrittura scenica, la composizione registica e la recitazione» – spiegano i due artisti –. Una storia vera o inventata che scaturisce dal vissuto personale, dalle esperienze, dai ricordi, o in parte dalla fantasia, spaziando tra registri differenti, dall’ironia anche “nera” alla poesia, diventa così spunto per comporre «un breve atto unico, in cui raccontare se stessi, il mondo e realtà che ci circonda, in un percorso che diventa anche un pretesto per raccontarsi e conoscersi meglio».

Focus sulla drammaturgia con “Mi sono scritto addosso…” #2 / Laboratorio dell’attore creativo rivolto a professionisti della scena e allievi a cura di Gianfranco Berardi (vincitore del Premio Ubu 2019 – come miglior attore del 2018) e Gabriella Casolari con un nuovo ciclo di incontri nel mese di giugno al TsE di via Quintino Sella nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari: il percorso creativo volto alla creazione e messa in scena di un monologo, fa parte del ricco carnet di attività e eventi previsti per la Stagione di Teatro Senza Quartiere 2022-2023 organizzata dal Teatro del Segno nell’ambito del progetto pluriennale Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro (2017 – 2026), e realizzata con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Sardegna e del Comune di Cagliari e con il contributo della Fondazione di Sardegna.

Il laboratorio di elaborazione di un testo teatrale

“Mi sono scritto addosso…” è un corso intensivo pensato in più sessioni di lavoro: la seconda parte (inizialmente prevista per la fine di marzo, dal 28 al 31) si svolgerà nel mese di giugno nell’arco di quattro giornate di lavoro, durante le quali i partecipanti potranno cimentarsi con la elaborazione di un testo teatrale, partendo dal proprio vissuto, dalle esperienze personali, artistiche e umane, per dar voce ai ricordi e alle emozioni e utilizzando le diverse tecniche autoriali e attoriali per trasformare la propria storia in materia incandescente da portare sul palco davanti a un pubblico.

Un viaggio interiore per ritrovare le proprie radici e riscoprire l’inizio di una vocazione: l’ispirazione per uno spettacolo nasce da un’intuizione e da una necessità, ciascuno di noi è portatore di memorie individuali e familiari, di un immaginario nutrito da letture e visioni, di una sua sensibilità così come di speciali attitudini e talenti. Un’idea è come la scintilla che dà l’avvio alla creazione, per poi passare attraverso un intenso e sovente lungo percorso di elaborazione, per dare forma teatrale all’ineffabile e all’indicibile che albergano dentro ciascuno di noi. Tra gli apparentemente infiniti modi in cui un pensiero può essere tradotto in azione, ve ne sarà comunque (almeno) uno particolarmente adatto e calzante, che risulti perfettamente “intonato” alle qualità dell’interprete, quasi “cucito” addosso come un abito su misura, in cui ogni accento e ogni gesto, perfino lo sguardo e il respiro, il battito del cuore trovano la loro misura “naturale”.

La condivisione delle scoperte e segreti

“Mi sono scritto addosso…” è un laboratorio in cui i due artisti condividono le loro scoperte e i loro segreti sul come e dove cercare e trovare questa perfetta corrispondenza risvegliando la fantasia: il vasto repertorio di “copioni” scritti dai grandi drammaturghi del passato, dai tragici greci ai classici del Novecento, fino alla drammaturgia contemporanea, fornisce trame e personaggi diversissimi e capaci di rispondere alle varie istanze di un artista. Ci si potrebbe perfino domandare se sia davvero necessario produrre nuovi testi a fronte di tali e tanti capolavori.

Tuttavia è un esercizio utile per ogni interprete provare a inventare i dettagli, le vicende, il carattere, i gusti, perfino la routine quotidiana del suo personaggio: qui la situazione è in parte capovolta rispetto alla lezione stanislavskijana, l’attore è al centro con il suo universo creativo cui attingere per comporre un breve atto unico. Il monologo non è naturalmente una scelta obbligata, semmai uno dei risultati possibili e anche in tal caso, come avviene negli spettacoli di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, da “Briganti” ad “Amleto Take Away”, la voce narrante può colorarsi di molteplici echi, riportando di volta in volta situazioni anche complesse, purché si abbia cura di distinguere tra i soggetti parlanti trovando per ciascuno un modo, un accento, una “nota” particolare affinché si possa realizzare il gioco della finzione, (quasi) più vera e credibile della vita stessa.

Si tratti di un flusso di coscienza, di un percorso onirico o di una narrazione iperrealista, lo spettacolo deve essere in grado di affascinare gli spettatori, tenerli prigionieri di un incantesimo, costruire un’aspettativa e restituire un finale (anche “aperto”) in cui come magicamente confluiscono e si intrecciano tutti i fili a comporre un unico, convincente disegno.

L’analisi di una opera teatrale

“Mi sono scritto addosso…” offre agli attori – professionisti e no – preziosi strumenti per analizzare e comprendere un’opera teatrale e per poter a loro volta mettersi alla prova come autori, con estro e immaginazione: «attraverso l’utilizzo di tecniche attoriali e autoriali, si affronteranno le tre fasi fondamentali del processo teatrale: la scrittura scenica, la composizione registica e la recitazione» spiegano Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari. «Facendo appello a cifre espressive quali la cattiveria e la comicità, l’ironia e la poesia, mescolando elementi autobiografici e temi universali, e prendendo spunto dal percorso personale di ciascun partecipante, si costruiranno per ognuno i materiali utili alla realizzazione di una vera e propria messinscena che conduca alla creazione di un breve atto unico, in cui raccontare se stessi, il mondo e realtà che ci circonda, in un percorso che diventa anche un pretesto per raccontarsi e conoscersi meglio».

Il percorso laboratoriale continuerà con altri cicli di lavoro fino ad agosto 2023 con l’obbiettivo di debuttare con l’esito scenico in seno alla XV edizione del Festival “Percorsi Teatrali” (28 luglio > 6 agosto 2023) organizzato dal Teatro del Segno a Santu Lussurgiu (OR).

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