Ammette Giovanni Columbu, «la prima versione di “Su Re” ha una conclusione affrettata»
Adesso, che sono passati dieci anni dall’esordio in sala, lo rifarebbe. Non tutto, non daccapo. Vorrebbe mettere mano al montaggio che, allora, nel 2013, fece di fretta.
L’incontro Il regista, originario di Nuoro, classe 1949, ci metterà mano prima o poi, magari appena finisce il film d’animazione a cui sta lavorando, realizzato con disegni suoi e ispirato a una vicenda sarda accaduta negli anni ‘30.
A quel punto, “Su Re” lo monterà come lo aveva concepito fin dall’inizio. In quale maniera, insieme alla sua genesi, lo racconterà domani, alle 17, nella basilica di san Saturnino a Cagliari, per i “Dialoghi di Archeologia Architettura Arte e Paesaggio”, curati da Maria Antonietta Mongiu e Francesco Muscolino, direttore del Museo archeologico del capoluogo sardo.
Il film ”La forza”, che uscì il 21 marzo di dieci anni fa, è uno dei tre lungometraggi realizzati da Columbu. Il secondo, dopo “Arcipelaghi” (2001) e prima di “Surbiles” (2017).
Il film nello specifico
È una trasposizione della Passione di Cristo, ambientata in Sardegna, in cima al Corrasi (Oliena), con attori non professionisti e in lingua sarda, sottotitolato in italiano.
L’opera, d’ispirazione neorealista, rappresenta i fatti dei Vangeli come se fossero accaduti nell’isola, e le persone comuni, come l’uso del sardo, le conferiscono autenticità e forza. Lodato da critica e pubblico, considerato da alcune riviste specializzate il miglior film del 2013, il lungometraggio, ebbe una gestazione complessa. Girato in 8 settimane, non fu facile recuperare i finanziamenti necessari alla sua realizzazione, e neppure convincere i più della bontà dell’idea.
Si trattava di un progetto ambizioso che portava in scena una lettura trasversale dei Vangeli di Matteo, Giovanni, Marco e Luca, ognuno dei quali raccontava con parole diverse gli stessi fatti.
Il progetto Presto sarà modificato anche il finale del film (in cui esordì sua figlia Simonetta, allora diciannovenne), promette Columbu, che vorrebbe aggiungere immagini dell’universo per sottolineare il contrasto tra il finito e l’infinito, l’immensità dello spazio e la piccolezza del pianeta.