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Il tributo dell’arte all’epopea dei marinai galanzieri

A Carloforte l’installazione “Formiche di mare” di Marta Fontanarisci tributo dell’arte all’epopea dei marinai galnzieri

Il segno artistico di Marta Fontana rievoca una pagina fatta di lavoro massacrante dei marinai galanzieri, ma anche di lotte sindacali per rivendicare migliori condizioni da parte di questi esperti marinai, caricatori e scaricatori che, per poche lire, a cavallo fra il XIX e XX secolo trasportavano la galena di piombo estratta dalle miniere del Sulcis e di Montevecchio e Ingurtosu ai magazzini di Carloforte

Si chiama Formiche di mare, l’installazione dell’artista veneta d’origine e carlofortina di adozione dei marinai galanzieri, in fase di lavorazione sul molo San Carlo, in corso di restauro. Un esempio di arte pubblica condivisa con la comunità che ha preso forma anche intrecciando racconti e ricordi, esperienze e competenze. Il progetto sarà presentato sabato 11 marzo.

Chi sono i marinai galanzieri?

I Galanzieri erano i marinai carlofortini che, all’inizio del ‘900, trasportavano via mare la galena o galanza, minerale di piombo che caricavano dalle vicine miniere del Sulcis Iglesiente; parliamo di Nebida, Masua, Funtanamare, Piscinas, Buggerru e Cala Domestica, sino al porto di Carloforte, dove veniva immagazzinato in attesa di essere imbarcato sulle navi dirette nella Penisola.

Lo sviluppo delle industrie estrattive del Sulcis Iglesiente aveva fatto di Carloforte,il secondo porto più importante della Sardegna per numero di navi e quantità di merci trasportate.

I galanzieri erano uomini di grande forza e determinazione. La distanza da coprire poteva essere da 6 a 40 miglia, andata e ritorno, in qualunque condizione di vento e di mare, spesso a remi quando il vento non permetteva la navigazione a vela.
Il carico del minerale, in sacchi anche di 50 kg l’uno, fatto a spalla, in condizioni disagiate, imbarcando il maggior numero possibile di merce, perché si veniva pagati in base a quanta galena si scaricava a destinazione, rischiando di affondare e di perdere non solo il prezioso carico, ma la vita stessa.

Molti non hanno fatto ritorno a casa. Non esistevano forme di tutela, la paga era bassa, il lavoro pericoloso. Presto le manifestazioni di protesta si fecero sentire. Alla fine dell’800 grazie all’iniziativa di Giuseppe Cavallera, trovarono il modo di organizzarsi e sostenere le proprie ragioni. Fu proprio lui a riunirli nell’organizzazione “Lega dei Battellieri”, primo esempio di organizzazione sindacale.

About Irene Pes

Studentessa in Scienze della comunicazione. Amo tutto ciò che riguarda le tradizioni della mia terra. Adoro viaggiare, ascoltare musica, catturare momenti indimenticabili e scoprire cose nuove. Mi prendo cura di me stessa andando in palestra e negli anni con le mie esperienze lavorative ho acquisito molta creatività, tenacia e abilità comunicative.

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