Ammalarsi di Covid-19 aumenta il rischio di sviluppare disturbi gastrointestinali entro un anno dall’infezione.
+42 mln di affetti da disturbi a stomaco e intestino nel mondo. +40 % di possibilità di riscontrare sintomi entro un anno dall’infezione con punte del +60% per l’ulcera. In generale, la probabilità di soffrire a lungo termine di problemi gastrointestinali è +36% .
Questi sono solo alcuni dei dati emersi da un’importante ricerca scientifica condotta da un team americano pubblicato su ‘Nature Communications’.
I ricercatori hanno esaminato circa 14 milioni di cartelle cliniche anonime nel database gestito dal Dipartimento degli Affari dei veterani degli Stati Uniti, il più grande sistema sanitario integrato del Paese. Hanno quindi definito un set di dati controllati relativo a oltre 154mila persone risultate positive a Covid dal 1° marzo 2020 al 15 gennaio 2021 e sopravvissute nei primi 30 giorni successivi all’infezione.
I dati emersi sono impressionanti e coinvolgono anche i cosi detti “asintomatici”. 6 milioni di nuovi casi di disturbi gastrointestinali negli Usa e 42 milioni in tutto il mondo. Tra i ‘lasciti’ del virus si riscontrano stitichezza, diarrea, dolore addominale, gonfiore, vomito e problemi al fegato compresa l’insufficienza epatica.
Da sintomi lievi, dunque, a patologie potenzialmente mortali. L’analisi è firmata da scienziati della Washington University School of Medicine di St. Louis e dal Veterans Affairs St. Louis Health Care System.
Al-Aly, uno dei membri del team di ricerca, dichiara che i problemi gastrointestinali sono stati i primi ad essere segnalati dalla comunità di pazienti Covid. Per gli addetti ai lavori è sempre più chiaro che il tratto gastrointestinale funga da serbatoio per il virus, pertanto, allo stato delle ricerche, i dati relativi ai disturbi gastroenterici del Long Covid non hanno sorpreso.
Si valuta, pertanto, la capacità del Covid-19 di attaccare qualsiasi sistema di organi nel corpo, a volte con gravi conseguenze a lungo termine, morte compresa.