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Grazie ai farmaci anticrisi e alla chirurgia oggi e possibile curare con successo il 70 delle persone con epilessia

Epilessia: 600mila gli italiani, soprattutto bambini e adulti

Grazie ai farmaci anticrisi e alla chirurgia oggi è possibile curare con successo il 70% delle persone con epilessia

Il 13 febbraio si è celebrata la Giornata Internazionale dell’Epilessia, una delle condizioni neurologiche
croniche più frequenti. Si stima che in Italia siano circa 600.000 le persone che soffrono di questa patologia, sei milioni in Europa e circa 50 milioni nel mondo. Generalmente inizia a manifestarsi sin da bambino oppure in età avanzata. Ma cos’è l’epilessia e come si riconosce. Secondo il neurologo Giancarlo Di Gennaro, coordinatore del Gruppo di Studio Epilessia della Società Italiana di Neurologia e responsabile del Centro per la Chirurgia dell’ Epilessia “30 Ore per la Vita” dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli in Molise.

“L’Epilessia è una condizione – dice Dott. Di Gennaro – neurologica che è caratterizzata da una predisposizione nel tempo a fare delle crisi epilettiche. Con le nuove definizioni basta avere una sola crisi epilettica non riflessa, non provocata, e con un rischio ulteriore di avere un’altra crisi epilettica superiore al 60%. I sintomi della crisi epilettica riflettono il tipo di epilessia. Se si ha una crisi cosiddetta focale in cui questa scarica elettrica si produce in una parte precisa e limitata dal sistema nervoso, i sintomi riflettono in qualche maniera la funzione che questa struttura ha nel cervello. Ci sono crisi invece generalizzate che coinvolgono un po’ tutta la corteccia cerebrale, in genere i sintomi sono crisi convulsive, tonico cloniche oppure assenze, quindi dipende anche dalla distribuzione della scarica elettrica nel cervello”.

A chi ci si deve rivolgere se compaiono questi sintomi

“Dipende, nel senso se la persona non ha mai avuto una crisi e se ci troviamo davanti alla prima crisi, di fatto, si va al pronto soccorso, perché può essere un sintomo anche di una condizione molto grave. Successivamente, ovviamente, la figura di riferimento è il neurologo, in questo caso oppure un neuropsichiatra infantile nei bambini e se la crisi epilettica poi è sintomo di un inizio di un’epilessia a questo punto il neurologo soprattutto il neurologo epilettologo è la figura di riferimento che può gestire al meglio questa condizione”.

Facile diagnosticare l’epilessia

“Facile non sempre, nel senso che ci sono diverse condizioni che entrano in diagnosi differenziale. Immaginiamo che uno dei sintomi tipici della crisi epilettica è la perdita della consapevolezza, la perdita di coscienza e ci possono essere diverse condizioni. La cosa più importante è il racconto delle manifestazioni cliniche fornite tanto dalla persona che ha avuto l’evento oppure degli osservatori. Poi esistono esami che si fanno, molto utili tipo elettroencefalogramma, la risonanza magnetica e poi in casi di articolare anche indagini metaboliche e genetiche. Ci sono delle forme dell’epilessia dove è possibile scovare una predisposizione familiare. Le forme ereditarie esistono ma sono rare”.

Grazie ai progressi della ricerca però nella maggior parte dei casi l’epilessia può essere curata con successo

“Oggi abbiamo innumerevoli farmaci anticrisi che ci garantiscono il controllo delle epilessie in circa il 70% delle persone. In alcuni casi particolari laddove i farmaci anticrisi non funzionano è possibile anche ricorrere a trattamenti di tipo chirurgico. La chirurgia dell’epilessia in condizioni molto selezionata è molto efficace”.

Si può guarire da questa patologia

“Se pensiamo il termine di guarire come quello di riacquisire il rischio della popolazione generale, questo direi di no. In Epilettologia esiste un concetto che è quello della risoluzione. Non dimentichiamo che la predisposizione è cronica e duratura nel tempo. Però esiste la possibilità in alcune forme di epilessia del bambino che le crisi si risolvano, perché sono legate a quel periodo dell’età. Nell’adulto le forme di epilessia consigliamo l’epilessia risolta quando non ci sono più crisi da 10 anni e la persona non prende più farmaci da cinque. Sono ancora molte però le persone che non rispondono alle cure e questo ha risvolti importanti sulla loro qualità della vita, la non prevedibilità delle crisi epilettiche può infatti inficiare il contesto lavorativo, scolastico e affettivo.”

Ma cosa ci si deve aspettare quindi in un prossimo futuro

“Si spera che la situazione dal punto di vista terapeutico migliori per tutte le persone che soffrono di epilessia: “Ci sono molte aspettative nel senso che oggi si sono molti trattamenti di precisione, la tecnologia per gli aspetti chirurgici è molto avanti, sono sempre farmaci più efficaci e come meno effetti collaterali molti avanzamenti anche in campo genetico quindi diciamo le aspettative sono alte, tra l’altro adesso c’è anche il GAP che è questo progetto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avviato per il prossimo decennio che è quello proprio di abbattere il carico in tutto il mondo. Ci si aspetta anche una spinta da questo punto di vista per migliorare l’accesso alle cure in tutto il pianeta e anche per dare un input a tutta la ricerca”.

About Samuel Pes

Appassionato di storia e di geopolitica, di lettura e di cinema. Il più grande desiderio? Diventare giornalista freelance.

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