Alexa Unica Radio
"Stavamo meglio quando stavamo peggio" di Masciarellli e coniglio

“Stavamo meglio quando stavamo peggio?” di Masciarelli e Coniglio

L’opera proposta da due noti artisti italiani

Humour e canzoni per un percorso nel Belpaese degli Anni Sessanta e Settanta con “Stavamo meglio quando stavamo peggio?” (produzione Tangram Teatro), originale componimento composto e interpretato dell’artista e divertente Stefano Masciarelli congiuntamente con Fabrizio Coniglio, volto conosciuto del grande e della tv grazie a serie come “L’allieva” e “La legge di Lidia Poët”, per una riflessione su un era in cui pur tra notevoli ostacoli la gente «sapeva ridere».

Il viaggio dei due protagonisti nell’Italia che fu

In una soffitta, il principale personaggio(ri)trova eleganti reperti del passato – libri, dischi e oggetti – e incomincia a ricordare, ma anche ad esprimere al nipote il contesto culturale dell’Italia, tra brani celeberrimi di Alberto Sordi e Domenico Modugno, sulle note della fisarmonica di Diego Trivellini, per far rivivere «i sapori, gli umori, le speranze, i sogni» di quel tempo (forse) più felice e comunque più allegro…

Le date e i luoghi dello spettacolo di Masciarelli

Un dipinto tra parole e note del Belpaese negli Anni Sessanta e Settanta con “Stavamo meglio quando stavamo peggio?”, simpatico e coinvolgente spettacolo scritto da Fabrizio Coniglio e Stefano Masciarelli (produzione Tangram Teatro) in cartellone in prima regionale giovedì 23 febbraio alle 21 all’AMA / Auditorium Multidisciplinare di Arzachena (in collaborazione con Deamater), e poi in tournée nell’Isola – venerdì 24 febbraio alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania, sabato 25 febbraio alle 21 al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo e domenica 26 febbraio alle 21 al Teatro Centrale di Carbonia – sotto le insegne della Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.

L’ argomento su cui si fonda l’opera

Una commedia splendente basata sulla comparazione tra due generazioni diverse, che vuole far vedere il clima culturale, politica e sociale di un periodo cruciale, pieno di fermenti e contraddizioni, tra lo sviluppo economico e le battaglie operaie, mediante la vista del protagonista, immerso nei suoi ricordi, che prova a raccontare e a far comprendere al nipote, non senza un briciolo di nostalgia, come se vivesse in «quell’Italia del sorriso e del sogno».

Gli insegnamenti che Masciarelli nello spettacolo vuole dare a Coniglio

Sotto i riflettori Stefano Masciarelli – artista e comico, nonché musicista, conosciuto al grande pubblico grazie a trasmissioni come Avanzi e Tunnel, una excursus artistico fra teatro sfolgorante, grande e piccolo schermo – nella veste dello zio che prova comunicare al nipote, spiegato da Fabrizio Coniglio, viso conosciuto del cinema e della tv (dopo “L’Allieva” e “La Compagnia del Cigno”, interpreta Ludovico di Clermont ne “La legge di Lidia Poët”, con Matilda De Angelis in veste di protagonista) oltre che ideatore di componimenti di teatro civile, lo spirito di un periodo, neanche lontano, nella seconda metà del secolo scorso.

Il ruolo di Trivellini all’interno del componimento

Sulle note della fisarmonica di Diego Trivellini, riecheggiano le canzoni di Alberto Sordi e Domenico Modugno, e tanti altri successi. Un’antologia che far vedere gli interessi e i gusti del protagonista, il suo percorso di formazione: in una soffitta, tra i “reperti” del passato, dove si ritrovano libri, dischi e oggetti per lui fondamentali e pieni di ricordi.

Cosa emerge dal dialogo tra i due artisti

Nel colloquio tra l’uomo e il nipote riappaiono ardore e deliri giovanili, insieme agli avvenimenti importanti di due decenni in cui gli astronauti sono sbarcati sulla Luna, tra il carisma di John Fitzgerald Kennedy e Martin Luther King e il trionfo delle stars del rock, la “primavera di Praga” e i concerti di Woodstock, films come “Easy Rider” e “Il laureato”, “Psyco”, “Colazione da Tiffany” e “2001: Odissea nello spazio”, “Guerre Stellari” e “Il cacciatore”, ma anche “La febbre del sabato sera”.

Un escursione tra consuetudini umorismo e arguzia

Tra satira di costume, malizia e ironia si afferma la commedia all’italiana, per merito di registi come Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola, Pietro Germi e Mario Comencini, accanto alla qualità quasi surreale, grottesca e irriverente di Lina Wertmüller, senza scordare il grande Vittorio De Sica: tra i protagonisti di codesta importante stagione due attori come Alberto Sordi (da “Tutti a casa” a “Polvere di stelle”, fino a “Un borghese piccolo piccolo”) e Domenico Modugno, già vincitore del Festival di Sanremo con “Nel blu dipinto di blu”.

L’ argomento su cui si basa l’opera

L’esibizione trae spunto da un’espressione che ricorre spesso, che mostrano il rammarico per i “bei tempi andati”, per tradurre l’ossimoro in una domanda, implicita, sulle trasformazioni dell’Italia, e dell’Europa, dopo il periodo di rinascita nel secondo dopoguerra, con le crisi politiche e economiche, la consapevolezza delle diseguaglianze e le battaglie in difesa dei diritti civili, per giungere fino al Terzo Millennio, dove si cerca un equilibrio tra amarezza e disincanto, rassegnazione e male di vivere, per un resoconto non solo “esistenziale” del protagonista sugli effetti positivi e negativi dell’evoluzione in ambito tecnologico, dell’arrivo del consumismo e del potere dei mass media nella definizione delle prospettive e delle istanze individuali e collettive.

Cosa si sviluppa quando si acuiscono le differenze

Nell’epoca in una realtà virtuale e della civiltà dell’apparenza, in un mondo “globalizzato”, aumentano i bisogni e spesso l’infelicità, come la differenza tra i ricchi e i poveri, tra il benessere diffuso (seppure non equamente distribuito) della comunità occidentale e la moltitudine di disperati, con i nuovi esodi di popoli che sfuggono da conflitti e angherie, o “soltanto” dalla miseria e dalla fame.

La tematica affrontata nello spettacolo di Masciarelli

Fin dal titolo, che suona quasi come un provocante calembour, “Stavamo meglio quando stavamo peggio?” con l’enorme forza comica e il talento in campo teatrale di Stefano Masciarelli insieme a Fabrizio Coniglio esamina il dilemma del teatro e del cinema attuale , in particolar modo laddove si voglia avvantaggiare l’ironia, cioè si interroga sulla probabilità di riacquistare la chiave della “leggerezza” per illustrare le difficoltà del presente, senza finire nella superficialità.

Il passeggio di testimone

L’ideale “passaggio del testimone” tra due generazioni vuole porre l’accento sull’abilità di minimizzare, mediante un humuor talvolta pungente, i diversi volta della vita quotidiana: in un personalissimo “amarcord” lo zio rivela al nipote come si riuscisse allora, e si potrebbe forse riuscire adesso, a non lasciarsi sopraffare di fronte alle piccole e grandi difficoltà dell’umanità, a non farsi vincere dallo paura, dalla collera o dall’angoscia, pur tra le difficoltà tutto per conservare l’ importanza di (sor)ridere e sognare. Il focus della commedia si trova infatti nel far vedere le stravaganze e le bizzarrie, nello svelare prepotenze e soprusi, perfino nel rivelare i colpevoli, dando elementi di riflessione e ponendo in evidenza sgradite verità, tra uno sketch e uno linguaccia, un apologo e una allegoria, o come in questo caso una canzone, per dare infine il piacere di concedersi, nonostante tutto, una sana e catartica risata.

About Giorgio Saitz

Appassionato di calcio a livello enciclopedico con la passione per l'economia e la giurisprudenza

Controlla anche

coppa davis

Tour della Coppa Davis: L’Insalatiera d’argento arriva ad Arzachena

Coppa Davis in Sardegna: L’Insalatiera d’Argento fa tappa ad Arzachena, rivivendo il tennis e la …