Gli italiani si definiscono sostenibili ma solo il 29% beve acqua del rubinetto
La percezione degli italiani sui temi della crisi climatica, l’auto-valutazione dei propri comportamenti per farvi fronte, è ancora molto distante dalla realtà. A documentarlo nuovamente è il Libro bianco 2023 “Valore acqua per l’Italia”, realizzato dall’omonima community creata da The European House – Ambrosetti per rappresentare la filiera estesa dell’acqua nel nostro Paese.
«Abbiamo monitorato, aggiornandoli a un anno di distanza, i paradossi nella percezione dei cittadini italiani sul valore dell’acqua e le abitudini di consumo, per analizzare le variazioni nei loro comportamenti alla luce del contesto di crisi in cui ci troviamo – spiega Valerio De Molli, ad di Ambrosetti – Solo per citarne uno, il cambiamento climatico è la 3° priorità del Paese per i cittadini italiani, ma si conferma un problema ancora lontano dal proprio territorio, anche nell’“annus horribilis” per il clima italiano».
Il 2022 è stato l’anno più caldo per il nostro Paese
I dati scientifici elaborati dal Cnr confermano infatti che il 2022 è stato l’anno più caldo per il nostro Paese almeno dal 1800, e sappiamo al contempo che sono piovuti circa 50 miliardi di metri cubi d’acqua in meno. «Se non interveniamo subito, nel 2100 avremo un’estate più calda di +8° C. In altre parole, Torino sarà come Karachi, in Pakistan», argomentano da Ambrosetti, aggiungendo che «la carenza di acqua degli ultimi mesi è il risultato di una progressiva riduzione della frequenza delle piogge e dell’aumento degli eventi meteorologici estremi nel Paese. A questo ritmo, i flussi idrici in Italia si ridurranno del -40% entro il 2080».
Eppure, il 72% delle persone sottostima il proprio reale consumo giornaliero d’acqua (220 litri pro capite), anche se al contempo 9 italiani su 10 sovrastimano la propria bolletta: l’88,4% non conosce il costo unitario dell’acqua in Italia, ritenendolo il più delle volte troppo alto.
“L’estate 2022 – ha specificato Luca Mercalli, Presidente Società Metereologica Italiana e giornalista scientifico – è stata in Europa occidentale e in Italia settentrionale la più calda e asciutta di oltre due secoli di rilevamenti. Le Alpi prive di neve e la mancanza di pioggia hanno ridotto il Po a un rigagnolo. Prove generali di un futuro al quale bisogna adattarsi con una pianificazione vasta e lungimirante che non sia una semplice e tardiva reazione all’emergenza.”
La speranza, ancora una volta, viene riposta nelle nuove generazioni: «I giovani potrebbero invertire questa tendenza con un 60% di under 30 che già beve senza problemi l’acqua degli erogatori pubblici».